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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 4
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0354
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BIBLIOGRAFIA

303

quietarsi quando vide neglette le risultanze dei suoi
studi coscenziosi perchè sono oramai troppi gli scrit-
tori d’arte che tengono l’abside del Sant’Ambrogio
opera della fine dell’vm secolo, le navi del principio
del xil, l’atrio e la cupola attuale della metà del mede-
simo secolo ed oltre. Sull’età del campanile dei ca-
nonici siamo tutti di accordo. Ma io, ad esempio, non
posso accettare il romanzo del tiburio coperto in ori-
gine di legname, romanzo inventato pel primo, non so
bene se dal Landriani o dal Dartein; anche di questa
negazione darò le ragioni statiche e costruttive, che
concordano pienamente con le ultime risultanze mu-
rarie esplorative intorno ai restauri fatti al tamburo
della cupola nel xn secolo. Tutti poi ritennero finora
che la campata a doppia crociera gotica, esistente prima
delle ultime riparazioni, fosse un prodotto della fine
del sec. xti e conseguenza della rovina parziale della
chiesa e di parte del tiburio. Ma ove si guardi non
soltanto la tavola delle Fabbriche di Milano riprodotta
dal Beltrami, ma la veduta interna della basilica, dise-
gnata dal celebre Sanquirico per l’opera del Ferrano,1
si vedrà subito che quelle crociere speciali e gli arconi
di sostegno ad arco acuto, facevano parte di un unico
sistema di robustamento, posteriore di molto alla fine
del xir secolo 2 e susseguito certo ai restauri di quel
secolo. Esposto sommariamente lo stato della quistione
veniamo allo studio del dottor Biscaro. Questi tende
a dimostrare: i° che l’architetto del campanile nuovo
è pure l’architetto della chiesa; 20 che l’architetto del
Sant’Ambrogio è Adam magister; 30 che quest’Adamo
sia nominato nella piccola lapide infissa nell’atrio della
basilica; 40 sia pur dubitando, che la chiesa non fosse
compiuta nel 1128 quando si cominciò a costruire il
campanile; 50 che l’atrio non sia stato eretto avanti
il 1150; 6° che il campanile e la chiesa furono costrutti
a spese del comune poiché la frase : cum eiusdem ec-
clesie archìtectus ipsum (campanile) sicut aliavi fabricam
de comuni construxerit il Biscaro la interpreta: a spese
del comune. Discuteremo brevemente queste proposi-
zioni essendo l’argomento di troppa importanza, perchè
non si abbia a cercare di comune accordo la verità,
sicuro che l’egregio autore, ove rimanga persuaso del-

1 Ferrario, Monumenti sacri e profani della basilica di Sant’ Am-
brogio di Milano, Milano, presso l’autore, 1826, in-fol.

2 Eppure fin dal 1787 in una modesta: Nuova guida di Milano,
stampata dal Sirtori a pag. 287-288 si legge : « sappiamo che nel
fine del dodicesimo secolo fu cominciato il di lei restauro dall’ar-
civescovo Oberto da Terzago e compiuto dal successore Filippo da
Lampugnano, che bisogna non fosse sufficiente, perchè vediamo
dagli archi acuti sottoposti ai maggiori della detta chiesa indicato
un altro riattamento nel decimoterzo e decimoquarto come è acca-
duto alla cupola che riattata sotto San Carlo, ha avuto bisogno di
rinforzo nel principio di questo secolo sotto l’arcivescovo Ode-
scalchi ».

Questa guida, sia detto di passaggio, ci dà una notizia ben pre-
cisa sulla basilica: « È tutta coperta di piombo ». Il Ferrario poi
nell’opera citata ci insegna quando e in che modo ne venisse spo-
gliata.

l’esattezza delle osservazioni, vorrà tenerne conto, op-
pure vorrà combatterle, con la solita cortese equità, nella
continuazione dei suoi studi sul Sant’Ambrogio, studi
che mi auguro siano pubblicati al più presto. Prima
di procedere oltre, tengo a dichiarare che il lavoro
del Biscaro è condotto con grande coscienza e con sin-
cerità veramente giuridica. Il Biscaro ha preso in esame
tutto il materiale diplomatico e d’archivio che riguarda
Sant’Ambrogio, sottoponendolo ad una critica minuta,
personale e nuova. Avendo io pure, e da tempo, dovuto
vagliare quei materiali sono in grado di apprezzare al
giusto valore, il lavorìo mentale, la fatica e la pazienza
durati dallo scrittore.

1. Il Biscaro fra i processi santambrosiani ha rin-
venuto una frase non rilevata finora dai ricercatori,
mentre ha una importanza discreta, dandoci notizia di
lavori eseguiti intorno al Sant’Ambrogio e dei quali si
ignorava l’esistenza o si era trascurato di dare rag-
guaglio. Questa notizia è il pernio della monografia
del Biscaro: « Proseguivano i canonici osservando che
il solito argomento addotto dai monaci, che il campa-
nile era stato eretto coi denari del monastero, poggiava
sul falso ; cum eiusdem ecclesie architectus ipsum (cam-
panile) sicut aliavi ecclesie fabricam de communi con-
struxerit, essendo cioè risaputo che lo aveva costruito
l’architetto della chiesa, a spese del comune, come
l’altra fabbrica della chiesa. Davvero non si potrebbe
immaginare un’affermazione più esplicita e più precisa
che alla rifabbrica della basilica aveva presieduto lo
stesso architetto del campanile nuovo. Vi è qui la con-
statazione di un fatto che risaliva ad appena tre lustri
e doveva essere noto anche ai giovani, da chi e a spese
di chi era stato costruito il campanile. Vi è pure la
constatazione non meno positiva di un altro fatto . . .
da chi e a spese di chi era stata ricostruita la basi-
lica >>3

La citazione documentale che abbiamo voluto ripor-
tare intera col commento del Biscaro è bella ed è utile,
ma non possiamo darle la portata e l’interpretazione
proposta, per diverse ragioni : i° quella frase non ci è
pervenuta in originale, bensì nel codice tardivo Della
Croce ; 20 le ragioni avverse dei monaci circa la pro-
prietà del campanile, ragioni che possediamo in ori-
ginale; 30 dal non avere i giudici del dissidio fra mo-
naci e canonici tenuto alcun conto di quanto avrebbero
asserito i canonici; 40 la sentenza del 1143 data dai
consoli della città di Milano. Il Comune non avrebbe
mai tolta la chiave del campanile ai canonici per con-
segnarla ai monaci se in effetto avesse potuto vantare
sulla torre il diritto di proprietà, fatto valere invece
dai monaci presso il Comune ; 50 finalmente, il testo
latino dato più sopra in corsivo non può avere il signi-
ficato datogli dal Biscaro, ma letteralmente questo sol-
tanto: della medesima chiesa l’architetto lo stesso (cam-

1 Loc. cit., pag. 20-21,
 
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