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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 6
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0509
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Fig. i — Stuoia ritrovata in una
tomba nel Duomo di Durham.
Ricamo del sec. x.

COR RIERI

Notizie di Londra.

Il soggetto scelto dal Burlington Fine Arts Club per l’Esposizione
dell’estate passata, era il ricamo inglese del Medioevo, conosciuto sotto
la denominazione distintiva di opus anglicum o anglicanum.

L’epoca fra 1270 e 1330 può chiamarsi il secolo d’oro per l’arte
dell’acupiclura inglese, e di questo periodo la Mostra ci ha offerto
saggi di squisita bellezza, rimarchevoli e per nobiltà di disegno, e per
armonia di colori, e per perfezione di tecnica, tanto da non potersi
meravigliare se le opere dei ricamatori e delle ricamatrici inglesi attin-
sero presto grandissima fama, non solo da noi, ma anche all’estero.
Testimonianza di ciò sono i vestiari di opus anglicanum che si conser-
vano ancora in Italia, in Ispagna ed altrove, e da molti indizi docu-
mentari rileviamo che assai numerosi furono i ricami offerti dai principi
e dal clero inglese al Santo Padre e da lui distribuiti alle chiese.

Il Comitato del Burlington Fine Arts Club si è reso benemerito
verso tutti gli studiosi perchè la Mostra è stata una vera rivelazione delle
alte qualità dell’arte inglese nel Medioevo. Con particolare riconoscenza
sono da nominare Colonel Croft Lyons, l’organizzatore principale del-
l’esposizione, e Mr. A. F. Kendrick del Victoria and Albert Museum,
autore dell’ammirabile e dotto catalogo ed anche di una buonissima
storia del ricamo inglese, uscita nella primavera di quest’anno e presto
divenuta una delle prime autorità sul soggetto.

I lavori più antichi in ricamo inglese che ora esistono sono la stola
e il manipolo del secolo x, ritrovati nell’anno 1827 in una tomba del
Duomo di Durham 1 e attualmente conservati nella libreria di detta
chiesa.

Sono lavorati a filo d’oro e in seta a colori su tela, ed istoriati con
figure di profeti e santi di un disegno corretto e nobile.

Sul rovescio di questi frammenti preziosi, all’estremità tanto della
stola quanto del manipolo, leggonsi le iscrizioni seguenti: Aelfflaed
Peri precepit e Pio Episcopo Fridestano. Lo scritto ci permette di pre-
cisare la data e l’origine loro perchè da ciò si rileva che furono eseguiti
per commissione della regina Aelfflaeda (morta verso il 916) per il ve-
scovo Fridestano il quale, fra gli anni 906 e 931, reggeva la diocesi
di Winchester e sono quindi esemplari irrefragabili di lavoro anglo-
sassone (Tg. 1). Ma benché di grandissimo pregio, non sono da conside-
rarsi come unici dell’epoca; essi rappresentavano senza dubbio, fra molti

1 La tomba di Santo Cuthbert, vescovo di Lindisfarn, il quale mori nel 687. Di queste
reliquie venerabili scrisse, fra altri, il canonico Raine, il quale ritiene che sono identiche
con la stola e col manipolo offerti neU’anno 934 all’arca di San Cuthbert dal re Aethel-
stan figliastro della regina Aelfflaeda. Il corpo del Santo si trovava a quell’epoca in altro
luogo, cioè a Chester-le-Street, di dove fu traslatato a Durham nell’anno 1104.
 
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