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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 6
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0510

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CORRIERI

453

altri, lo sviluppo di un’arte indigena, perchè già nel
secolo vii, la perizia delle ricamatrici anglo-sassoni fu
lodata da Sant’Adelmo ne’ suoi versi.

Una riproduzione di questi tesori fu esposta nella
sala di scrittura (n. 5 e 6, prestata dal Vict. and Alb.
Museum) perchè gli originali, troppo preziosi per essere
mossi, non potevano esser inviati all’Esposizione.

Diversi frammenti dei secoli xn-xni, rinvenuti an-
ch’essi in sepolcri vescovili,[erano esposti nella vetrina Y,
come prestito del Capitolo del Duomo di Worcester.

Gli avanzi di una stola (vetrina Y, n. 2) istoriata
con figure di apostoli, furono levati nell’anno 1870 dalla
tomba di un vescovo di Worcester, probabilmente Gu-
glielmo di Blois (1218-1236). Essi risalgono ad epoca
anteriore a quella del detto prelato, e si trovano ora
purtroppo in cattivo stato.

Di miglior conservazione sono i frammenti di una
stola di seta rossa ricamata a filo d’oro, trovati nel-
l’anno 1861 nella tomba di Walter di Cantelupe, il
vescovo che successe a Guglielmo di Blois (1236-1266).
Vi sono effigiate cinque figure di personaggi reali in-
corniciate da arabeschi di disegno fine; composizione
che fa pensare alla Radice di Jesse, soggetto predi-
letto ai ricamatori. Altri avanzi del medesimo vestiario,
spariti poco tempo dopo la loro scoperta, furono ac-
quistati dal Museo di South Kensington nel 1901.

Al sec. xii sono pure da ascrivere la mitra e l’amitto
di San Tommaso di Canterbury (vetrina H e P) ben-
ché non sia stabilito con certezza se il ricamo è d’o-

rigine inglese o no. La mitra (fig. 2) 1 di seta bianca
lavorata a leggerissimi e fini arabeschi d’oro, si tro-
vava già nel tesoro del Duomo di Sens e somiglia a
quell’altra, attribuita a San Tommaso, che ivi si con-
serva tuttora.2

L’amitto, da secoli venerato a Sens, dove il santo
si trattenne per sei anni durante il suo esilio, fu in

seguito regalato all’abbazia inglese da San Tommaso
ad Erdington e la preziosa reliquia, racchiusa in una
cassetta di rame dorato, fu con ottima generosità messa
a disposizione della Mostra dall’abbazia stessa. La
mitra fu prestata dal Rev.mo Arcivescovo di Westmin-
ster, il quale ci ha accordato il favore di poterla illu-
strare.

Della seconda metà del secolo xm sono da rilevare
diversi saggi di gran pregio, tra gli altri una pianeta
di raso turchino (vetrina A, 11. 1, Museo V. e A.),
quattro riquadri appartenenti rispettivamente a Mr.
R. V. Berkeley e a Lady Gibson Carmichael (ve-
trina N, n. 2 e vetrina AA), e le strisce e il cap-
puccio di un piviale proveniente in origine dalla chiesa
di Harlebeke, prestato dal Museo reale di Bruxelles
(vetrina B).

La pianeta di South Kensington benché abbia patito
danni non lievi e sebbene sia stata tagliata e moder-

1 Le riproduzioni "sono fatte su fotografie di Donald Macbeth di
Londra col permesso coi tese del Comitato dei Burlington Fine Arts
Club e dei possessori dei de tt Cri carni

2 Vedi L. de Farcy, La Broderie, pag. n.

Fig. 2 — Mitra di San Tommaso di Canterbury
Ricamo del sec. xii
 
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