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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 5
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0444

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BI B LIO G R A F I A

RECENSIONI.

Georges Lafenestre et Eugène Rich-
tenberger. La peinture en Europe: Rome,
Ics musées, les pala/s, les collections par-
ticulières, ouvrage orné de cent reproduc-
tions photographiques. Paris, librairies-im-
primeries réunies, 7, rue Saint Benoit, 1905.

Il volume al quale rivolgiamo la nostra attenzione
serve di complemento a quello che lo precede nella
serie, che aveva per tema la descrizione delle opere
di pittura contenute nel Vaticano e nelle chiese di
Roma.

Come viene giustamente osservato nel breve proemio,
le gallerie di quadri formatesi in Roma dal xvi secolo
in poi, ne’ suoi suntuosi palazzi, testimoniano del pari
che le loro interne decorazioni del gusto eclettico onde
erano dominati i loro proprietari. La scuola romana
non vi tiene che un posto assai limitato. Le altre
scuole d’Italia, al contrario, l’umbra, la fiorentina, la
veneta, la lombarda, la bolognese, la napolitana, vi
sono rappresentate, sia nei loro grandi maestri, sia
nei minori, con esempi variati e scelti, in alcuni casi
anzi mediante capolavori di artisti fra i più debita-
mente rinomati.

Chi infatti potrebbe sostenere di conoscere ap-
pieno Raffaello senza la sua Deposizione della Gal-
leria Borghese, senza la sua Galatea alla Farnesina;
Tiziano senza V Amor sacro e il profano ; il Correggio
senza la Danae; il Sodoma senza le Nozze di Ales-
sandro e Rossana alla Farnesina ; Guido Reni senza
la sua Aurora, del casino Rospigliosi ; il Guercino
senza quella della villa Ludovisi ; il Dominichino senza
la Caccia di Diana, e via dicendo? Gli stranieri, alla
loro volta, francesi, fiamminghi, olandesi e spagnuoli
hanno spesso lasciato dei ricordi preziosi della loro
dimora in Roma, bastando rievocare all’uopo i nomi
di Rubens, del Valentin, del Poussin, del Dughet, di
Claudio di Lorena, di Van Dyck, di Velasquez, tra-
lasciando una quantità di altri artisti di maggiore o

minore grido, le cui opere furono man mano acqui-
state di qua e di là dai raccoglitori.

Mentre accade poi che i cultori dell’arte italiani
debbano lamentare le dolorose sottrazioni al nostro
patrimonio artistico, perpetrate più volte in isfregio
alle leggi del paese da coloro che, per la dignità
della loro posizione sociale, dovrebbero esserne i più
scrupolosi osservatori, di buon grado ci associamo al-
l’autore del proemio (lo scultore Lanson) nel ricono-
scere che a Roma non fanno difetto per un altro verso
i raccoglitori illuminati, intenti ad arricchire le loro
collezioni o a formarne di nuove, e che le raccolte
pubbliche, dal canto loro, hanno saputo in tempi re-
centi assicurarsi l’acquisto di più di un’opera pre-
gevole.

Il volume, per maggiore comodità nelle ricerche,
va diviso in tre parti, e sono:

I. I musei regi e municipali.

IL Le gallerie e le raccolte private.

- III. I palazzi e le ville.

Sono contemplate nella prima parte le gallerie
Borghese, Corsini (Nazionale dell’arte antica), del Cam-
pidoglio, dell’Accademia di San Luca.

Per queste gli autori attinsero per lo più ai cata-
loghi già esistenti, aggiungendovi spesse volte dei
passi tolti da diverse altre fonti, ossia da scritti illu-
stranti, sotto diversi aspetti, la città eterna, che ser-
vono a dare rilievo alla semplice descrizione dei quadri.
In alcuni casi invece mostrano di non essere bene al
corrente con le scoperte delia letteratura artistica più
recente. Cosi, per es , laddove a proposito di alcune
tele della Galleria Borghese, conservano tutt’ora le
denominazioni di Bonifacio II e di Bonifacio III,
quando si sa, che il def. dott. Gustavo Ludwig, me-
diante le sue ricerche negli Archivi veneti potè sta-
bilire, di pittori di tal nome non esservene stato che
un solo, e il suo modo di dipingere avere trovato dei
continuatori in parecchi suoi seguaci e scolari, come
risulta dalle pubblicazioni che videro la luce alcuni
anni or sono negli Annuari dei Musei prussiani.
 
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