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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 6
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Bibliografia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0527

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BIBLIOGRAFIA

RECENSIONI.

Cervetto (Luigi Augusto), I Gaggini da
Bissone; loro opere in Genova e altrove:
contributo alla storia deWarte lombarda.
Milano, Hoepli, 1903, fol. pag. 309, con
fig. e tavole.

È un libro che male si spiega e male si definisce:
un volume immenso, splendido anzichenò, formato con
notizie raccolte senza metodo, senza critica e senza di
esattezza; un’opera che parrebbe volesse illustrare una
quelle correnti artistico-genealogiche che hanno così
attraente importanza nella storia dell’arte, ma non
risolve nè rischiara quasi alcuna questione o generale
o speciale, anzi per lo più evita di proporne. È storia
dell’arte questa? Generalmente il libro del C. è stato
lodato per tale, come si usa, a torto, per una moltitudine
di libri odierni, dove la storia dell’arte non è il conte-
nuto intimo dell’opera, ma un contenuto occasionale,
contingente, esteriore. I Gaggini furono una famiglia di
artisti; ma se invece fossero stati letterati, guerrieri,
banchieri, il C. (che aveva chiaramente il proposito d’il-
lustrare i fasti della famiglia) avrebbe esposto ugual-
mente, con lo stesso metodo, con la stessa facilità,
se non anche, ci duole il dirlo, con la stessa noncu-
ranza, le loro biografie. E non avremmo avuto libri di
letteratura, o di storia militare, o di economia pubblica,
se non come qui abbiamo storia dell’arte, in senso
cioè bibliografico e non scientifico.

È un’opera di divulgazione? Parrebbe tale spesso,
quando vediamo l’A. pensare a lettori della più mo-
desta cultura, o traducendo semplicissime epigrafi la-
tine, o illustrando monumenti della Spagna con le
belle pagine del De Amicis ; ma contrastano a quel
carattere le medesime qualità materiali del volume, e
ancor più il pomposo fardello di documenti, ond’esso
è caricato in fine, trascritti in gran parte dall’opera
dell’Alizeri e anche lasciati senza ordine.

V’è almeno un contributo? Ne dubitiamo, se è da
ammettere che non può usarsi tale parola per questa,

come per tante altre opere, che dalla storia dell’arte
qualche cosa prendono, ma nulla o quasi nulla le ren-
dono.

Che ci dolga il dirlo non è ipocrisia, poiché il C.
gode giustamente di una grande riputazione fra gli
appassionati cultori ed ammiratori delle glorie della
sua città, e avremmo voluto trovarlo autore di una
opera capitale, ove magari non fosse che rifusa la parte
studiata daU’Alizeri, ma un’opera ordinata, severa, or-
ganica, che stabilisse almeno qualche linea fondamen-
tale a quella bella storia dei monumenti genovesi;
egli avrebbe potuto e, poiché ci s’era messo, dovuto
far ciò. Invece il libro ci riesce una delusione.

Quando, per esempio, uno scrittore d’arte, no-
minando la Porta della Carta di Venezia, non ha
che questa orrenda associazione d’idee: che venne
con tanta diligenza e rassomiglianza riprodotta all'ul-
tima esposizione di Parigi (pag. 47), noi ci doman-
diamo : con quali disposizioni mentali l’autore si è
messo a scrivere? abbiamo sott’occhio un libro di sto-
ria dell’arte o un articoluccio d’un giornale vecchio
di provincia? E quando, nella vita di Bernardino Gag-
gini, noi troviamo menzione della monografia pubbli-
cata da Karl Just i nel Jahrbuch d. Kòn. preics. Kunst-
sammlungen (1892), ma l’autore travestito in Don
Carlos Justi e in Carlo Giusti, e le sue parole ci-
tate in ispagnolo da un Annuario de los Museosprics-
sianos ci domandiamo, fra molte altre cose, qual fede
possano avere i lettori in uno scrittore, che pur è in
condizioni così privilegiate da avere a sua disposi-
zione tutti i mezzi di studio che sono a Genova, e
assai facilmente quelli del resto d’Italia.

E se si viene al metodo e alla critica non c’è da
rallegrarsi di più. Per esempio (per fermarci ad una
delle prime biografie) ogni scultore che abbia nome
Giovanni e che sia della regione dove più crebbero i
Gaggini, è certo per l’A. lo stesso Giovanni Gaggini.
Per dimostrare che un Giovanni da Bissone nominato
in un documento del 1^52 è un Gaggini, rimanda a
 
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