Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

DOI Heft:
Fasc. 4
DOI Artikel:
Miscellanea
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0317

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
MISCELLANEA

II Palagio dell’Arte della Lana in Firenze. —

Uno dei più singolari monumenti dell’antica Firenze,
salvatosi, in grazia della sua posizione, dal vento de-
molitore onde fu vittima il centro della città, è il ca-
ratteristico Palagio dell’Arte della Lana, che sorge in
faccia a Orsanmiehele, e che la Società Dantesca Ita-
liana, con ottimo divisamente, ha di recente acqui-
stato e fatto restaurare da Enrico Lusini per farne la
sede della benemerita Istituzione.

* * *

In un documento del 16 novembre 1249 troviamo
che la curia dei maestri e misuratori del Comune era
sulla piazza d’Orsanmichele, presso la casa (apud do-
murrì) dei Compiobbesi, i quali, come annotò l’anti-
quario Mariani nel Priorista, « avevano quivi torri e
forti casamenti, che l’anno 1284 abbruciarono con altre
case, come racconta Ricordano Malaspina». Ma sol-
tanto nei primi del secolo xiv venne destinato a resi-
denza della più ricca e più numerosa fra le corpora-
zioni artigiane, a quell’Arte della lana, che fu precipua
fónte di ricchezza per la Repubblica nei secoli xiv
e xv, e la più importante fra tutte le corporazioni
fiorentine di quei tempi.

Nel 1303, infatti, essa istituì un Uffizio o Magistrato
di otto consoli, i quali dovevano adunarsi tutti i giorni
feriali ad jura reddenda con la cognizione delle cause
civili, criminali e miste.

E fu allora sentito il bisogno di avere una sede ca-
pace e degna per i detti consoli, per il Consiglio e
per tutti gli altri ufficiali, messi, famigli, ecc., e pre-
sto vi fu provveduto, acquistando dai Compiobbesi i
resti di quelle torri e di quelle case che si erano sal-
vate dal fuoco e sulle quali la Corporazione costruì
la sua nuova residenza, come attesta l’iscrizione:
MCCCVIII : INDICTIONE VII DIE X SEPTEM-
BRIS DOMUS | ET CHVRIA ARTIS LANE CIVI-
TATIS | FLO RENTIE, scolpita sotto i due Agnus Dei
nella gran cartella di pietra, esistente sulla fronte di
questo edilìzio, di faccia a Orsanmiehele e che leggesi
pure in un’altra pietra dal lato di ponente, nella quale

è scolpito un solo Agnus Dei, che è lo stemma schietto
dell’Arte.

Tutto il primo piano venne occupato da un gran-
dioso salone spartito in due campate, con vòlte a cro-
ciera, per servire alle udienze dei consoli e alle riu-
nioni dell’arte; mentre il secondo fu destinato per gli
ufficiali e come stanze di abitazione dei donzelli.

All’esterno il monumento serba integro il carattere
originale delle costruzioni fiorentine del secolo xiv ; e
i restauri, saggiamente apportativi, ne hanno fatto più
che mai rilevare la singolare bellezza. Al basso, si
aprono tre grandi archi a sbarra in un paramento di
bozze di pietra squadrate fino al ricorso del primo
piano. Il primo e il secondo piano hanno tre finestre
ad arco a sbarra, in un paramento di sassi spuntati ;
sopra, s’impostano le mensole di pietra che reggono
gli archetti sporgenti a sesto acuto, eseguiti in late-
rizio; e su questi, separato da una leggera linea di
ricorso, sta il davanzale a merli guelfi.

* * *

Quando la Società Dantesca Italiana, per le gene-
rose elargizioni della duchessa Enrichetta Caetani di
Sermoneta, pensò di rinnovare stabilmente la pub-
blica lettura di Dante, rievocando così l’antico omag-
gio che la città aveva decretato sino dai tempi del
Boccaccio alla memoria del Poeta, nessun luogo mi-
gliore per così nobile scopo avrebbe potuto scegliere
della magnifica sala di Orsanmiehele.

« Le austere memorie - scriveva Isidoro Del Lungo -
da ogni parte di quello che fu centro della cerchia
antica, par quasi abbiano fatto capo, nel nome sacro
di Dante, e chiesto ricovero a questo Orsanmiehele,
monumento della pietà e carità cittadina, dove le glo-
riose* arti, che formarono la potenza di Firenze repub-
blicana, ebbero loggia dapprima e mercato, e poi il
tempio.

«Sotto le volte di quel tempio i padri nostri han
pregato dinanzi al tabernacolo dell’Orcagna ; e dalle
mura esteriori, Donatello, il Ghiberti, il Verrocchio,
continuano pei secoli alle generazioni che passano, il
 
Annotationen