CORRIERI
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siciliano il nome della donatrice, Suor Eleonora De
Maro, abbadessa, e la data 1506: SORV LIONORA
DI BARO Abb. ME FEC1T MCCCCCVI. Si noti qui
il me fecìt invece di me fieri fecit.
La navicella, destinata a contenere reliquie di al-
cune fra le compagne di martirio di Sant’Orsola (dalla
cui storia il reliquiario prese la forma di nave), è
lunga m. 1,10 ed è coverta anteriormente di lamina
argentea, decorata a sbalzo e a cesello con profusione
di ornati, e con la seguente iscrizione, relativa alle
due suore dedicanti, Celestina e Maddalena Montalto :
IN VIRGINALEM DIVE VRSVLE COHORT
EM GRATI ANIMI MONVMENTVM REV
SORORVM COELESTINE ET MAGDALENE
MONTALTO ANNO 1705.
Il lavoro è completo perfino nei minimi accessori
(come a ino’ di esempio un fanaletto, varie bande-
ruole di argento, ecc.), e rappresenta, nel suo insieme,
una curiosità artistica di grande effetto.
L’una e l’altra opera dimostrano come, in epoche
differenti, fosse tenuta in onore l’arte dell’orafo in Sicilia,
la quale era alimentata dai vistosi patrimoni delle innu-
merevoli corporazioni religiose e dalla pietà dei fedeli.
Enrico Mauceri.
Navicella. Reliquiario del 1705. Siracusa, Monastero di San Benedetto
C RO NACA
& 1 .a Pinacoteca di Spoleto, che comprende tre
sale, ove le opere d’arte erano, come è noto, disposte
nel massimo disordine, appare oggi interamente rior-
dinata. Il riordinamento, felicemente iniziato dal Sor-
dini, non è stato però compiuto con criteri altrettanto
lodevoli da chi succedette al Sordini nella direzione
dei lavori. Così nella terza sala si affollano troppi
quadri sulle pareti ; e la bella Maddalena del Guercino,
stretta fra tele mediocri, perde completamente il suo
effetto. Così nella seconda sala, alla Santa Conversa-
zione dello Spagna che doveva, secondo il giusto cri-
terio del Sordini, occupar sola una parete, furono
posti a fianco alcuni frammenti d’affreschi, della scuola
dello Spagna stesso, che turbano l’impressione deter-
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siciliano il nome della donatrice, Suor Eleonora De
Maro, abbadessa, e la data 1506: SORV LIONORA
DI BARO Abb. ME FEC1T MCCCCCVI. Si noti qui
il me fecìt invece di me fieri fecit.
La navicella, destinata a contenere reliquie di al-
cune fra le compagne di martirio di Sant’Orsola (dalla
cui storia il reliquiario prese la forma di nave), è
lunga m. 1,10 ed è coverta anteriormente di lamina
argentea, decorata a sbalzo e a cesello con profusione
di ornati, e con la seguente iscrizione, relativa alle
due suore dedicanti, Celestina e Maddalena Montalto :
IN VIRGINALEM DIVE VRSVLE COHORT
EM GRATI ANIMI MONVMENTVM REV
SORORVM COELESTINE ET MAGDALENE
MONTALTO ANNO 1705.
Il lavoro è completo perfino nei minimi accessori
(come a ino’ di esempio un fanaletto, varie bande-
ruole di argento, ecc.), e rappresenta, nel suo insieme,
una curiosità artistica di grande effetto.
L’una e l’altra opera dimostrano come, in epoche
differenti, fosse tenuta in onore l’arte dell’orafo in Sicilia,
la quale era alimentata dai vistosi patrimoni delle innu-
merevoli corporazioni religiose e dalla pietà dei fedeli.
Enrico Mauceri.
Navicella. Reliquiario del 1705. Siracusa, Monastero di San Benedetto
C RO NACA
& 1 .a Pinacoteca di Spoleto, che comprende tre
sale, ove le opere d’arte erano, come è noto, disposte
nel massimo disordine, appare oggi interamente rior-
dinata. Il riordinamento, felicemente iniziato dal Sor-
dini, non è stato però compiuto con criteri altrettanto
lodevoli da chi succedette al Sordini nella direzione
dei lavori. Così nella terza sala si affollano troppi
quadri sulle pareti ; e la bella Maddalena del Guercino,
stretta fra tele mediocri, perde completamente il suo
effetto. Così nella seconda sala, alla Santa Conversa-
zione dello Spagna che doveva, secondo il giusto cri-
terio del Sordini, occupar sola una parete, furono
posti a fianco alcuni frammenti d’affreschi, della scuola
dello Spagna stesso, che turbano l’impressione deter-