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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 2
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D'Ancona, Paolo: Gli affreschi del Castello di Manta nel Saluzzese
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0137

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GLI AFFRESCHI DEL CASTELLO DI MANTA

NEL SALUZZESE

er Brunetto Latini nel suo Trésor dipinge con magistrali pennellate
il contrasto che a’ suoi tempi esisteva fra il castello feudale ita-
liano e quello di Francia. 1 Di là dalle Alpi si hanno amene abi-
tazioni, poste in mezzo a prati e giardini ove le stanze « granz
et pleniores et peintes » rendon immagine della vita giocosa che
vi si mena. I signori Italiani invece, sempre in guerra fra loro,
« se debitent en faire tours et hautes maisons de pierre » e fosse
e palizzate e mura e bertesche e ponti levatoi e ogni cosa che
all’arte guerresca si riferisca. Un secolo più tardi, ser Brunetto
non avrebbe potuto più determinare questa netta differenza di
tipo fra le dimore feudali dei due paesi, e avrebbe visto anche in
Italia, e per l’ingentilirsi dei costumi e pei contatti sempre mag-
giori con la Francia, introdursi a poco a poco le « beles chambres
por avoir joie et delit sanz guerre et sanx noise ». L’aspetto severo
delle fortezze si volle rallegrato dai sorrisi dell’arte, e le note gaie
del colore ruppero la monotonia dell’architettura uniforme.

Il Piemonte, ove già la poesia d’oltremonte erasi da qualche
tempo infiltrata, fu primo ad accogliere quest’arte melica o caval-
leresca che veniva di Francia, e le offrì gradita ospitalità nei suoi
castelli marchionali.2

Alle fortunose vicende poco è sopravvissuto dell’arte di questo periodo, tuttavia esempi
non trascurabili, che cercheremo di raggruppare, rendon testimonianza della vera sua fiori-
tura. Ricordiamo per primo il castello di Fénis, 1 uno dei più pittoreschi della Valle d’Aosta,
aggraziata e piacevole dimora dei Challant, notevole per la decorazione del cortile, adorno
di loggie affrescate, nelle quali non è venuta meno la vivacità e la forza del colore. Ivi, fra due
araldiche figure di animali, che fiancheggiano il ripiano della scala, risalta la bella compo-
sizione di San Giorgio che uccide il drago alla presenza di Madonna Virtù. Sui tre lati,
poi del cortile, ove gira il ballatoio del primo piano, sono rappresentati sopra un fondo verde

1 IL Tesoro di Brunetto Latini, volgarizzato da
Bono Giamboni, voi. II, pag. 67 e seg., Bologna,
Romagnoli, 1877.

2 Su questo ciclo d’arte vedi: Julius von Schlos-
ser, Ein Veronensischen Bilderbuch und die Ilófische
Kunst des XIV Jahrhunderts, in Jahrbuch der Kunst-

samml. des Allerti. Kaiserhauses, Bd. XVI. — Wer-
ner Weisbach, Francesco Pese liino und dìe Romantik
der Renaissance, Berlin, 1901.

3 A. Frizzi, Il borgo e il castello medìoevale di To-
rino, pag. 215 e 263, Torino, 1894.
 
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