Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

DOI issue:
Fasc. 6
DOI article:
Corrieri
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0511

DWork-Logo
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
454

CORRIERI

nizzata di forma, rimane sempre un prezioso esem-
plare; fu riprodotta dal signor L. de Farcy (tav. 18)
il quale la giudica opera tedesca, paragonando il trat-
teggiare dei fogliami con quello nell’antependio di
Halberstadt; il dott. Bock invece lo ritiene opera si-
ciliana,1 mentre nella Mostra viene accolta come lavoro
di artefici inglesi, opinione che ci pare discutibile. In

l’abbazia di Westminster nel 1271, vi lavoravano
quattro ricamatrici durante quasi quattro anni, ed
è pure conosciutissimo un fatto ricordato dal Vasari
che il ricamatore Paolo da Verona impiegò ventisei
anni nell’esecuzione di quattro paramenti sacerdotali.

Secondo l’autore del catalogo i vestiari del cosid-
detto gran periodo del ricamo inglese, sono da rag-

Fig. 3 — L’incoronazione e la crocifissione. Sec. xm
(Collezione Mrs. Beckeley of Spetchley)

diversi altri casi la critica non è unanime e l’Esposi-
zione darà senza dubbio occasione, se non alla pole-
mica, almeno a discussioni utili, riguardo a ciò che si
potrebbe qualificare opus anglicanmn, ossia opera in-
dubitata di ricamo inglese.

Di bellezza singolare nell’esecuzione sono i due ri-
quadri di un piviale appartenente a Mr. Berkeley
e in questi almeno ci pare che non vi possano essere
dubbi sulla loro origine inglese, così strettamente si
avvicinano per disegno e composizione tanto nei tipi
che nella tecnica ad altri esemplari ritenuti assoluta-
mente autentici, come, fra gli altri, al rinomato piviale
di Syoti. Vi sono istoriati, racchiusi in due quadrifogli,
la Crocifissione con la Madonna e San Giovanni e l’In-
coronazione (fig. 3). Il corpo di Cristo, luminoso nel-
l’incarnato come un dipinto, è lavorato di tecnica spirale
a punto serrato con la più squisita finezza e con vero
sentimento artistico per la struttura della forma, per
la modellazione delle membra, e per la tecnica del-
l’ombreggiare, non superato in ciò da alcun altro ri-
quadro della Mostra. Di fronte a un ricamo di tale
perfezione si capisce bene il fatto accennato da uno
scrittore che, nel preparare un frontale d’altare per

grapparsi in tre categorie conforme al metodo seguito
nella divisione del campo.

Nella prima e più antica classe, il campo è diviso
in maniera piuttosto formale a tondi, ovali, o quadri-
fogli che racchiudono i soggetti a guisa di cornice,
composizioni di rado posteriori all’anno 1300.

In tale categoria sono da annoverarsi alcuni dei più
celebri esemplari ora esistenti, come il piviale d’Ascoli
e quello di Syon, così chiamato per aver appartenuto
nel secolo xv alle monache di Santa Brigida a Syon
in Inghilterra. Il ricamo però, è di molto anteriore
a quell’epoca, e risale alla seconda metà del se-
colo XII.

Di tale prezioso saggio, ora nel Museo di South Ken-
sington, offriamo la riproduzione di un dettaglio (fig. 4)
come esemplare rappresentativo tanto della tecnica
quanto del genere sopraccennato; la figura a fil d’oro,
d’argento e seta, è lavorata a modo spirale, princi-
piando dal centro della guancia; il viso ed altre parti
della figura sono lavorate a punto diviso così fine e
serrato che quasi si direbbe punto a catenella; il fondo
è a punto « riportato »1 ovvero opus phrygium, benché

Vedi Geschichte der liturgischen Gevànder, ecc.

! Ci permettiamo di impiegare la parola “ punto riportato, „
per esprimere ciò che da M. de Farcy viene chiamato “ point re-
 
Annotationen