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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 1
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Mauceri, Enrico: Sicilia ignota: monumenti di Militello, Piazza Armerina ed Aidone
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0054
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SICILIA IGNOTA

U

Attorno alla base, in caratteri maiuscoletti, gira la seguente iscrizione del dedicante :
Vincentius Inguardiola ab instanti morte ereptus dd.

Fra i lavori tessili e di ricamo, spicca un grande e magnifico piviale di broccato d’oro
e d’argento, offerto in dono, verso la fine del '500, da Marco Trigona, un nome abbastanza
celebre in Piazza Armerina per i cospicui lasciti di cui quel signore volle dotare la madre chiesa.

L’orlo superiore del bel paramento è decorato d’un largo ricamo a grosso rilievo, in
oro e in argento applicato su fondo rosso, sotto cui campeggia la
figura del Pellicano oltreché lo stemma del Trigona e della di lui
moglie.

Nella medesima cattedrale, oltre ad un quadro pregevole del
Ingozzi, rappresentante il martirio di Sant’Agata, e ad un altro
dell’Assunzione di Maria Vergine di Filippo Paladino da Firenze,
che nei primi del ’6oo lavorò molto in Sicilia, bisogna ricordare
una grande croce dipinta, di autore siciliano della fine del sec. xv
(m. 4.05 X 2.73), oggi appesa nel mezzo della nave centrale me-
diante una grossa fune. Rappresenta nel diritto, su fondo d’oro,
il Cristo in croce; in alto, il Pellicano ed il serpente attorno all’al-
bero; alle estremità, le mezze figure dell’Eterno in sembianze gio-
vanili come quelle del Cristo, di San Giovanni, della Vergine e
della Maddalena; nel rovescio, il Cristo risorto fra angeli e fra
i simboli degli Evangelisti.

Il Di Marzo non cita quest’ opera, mentre io credo eh’ essa
realmente possa essere attribuita al Ruzzolone, per una doppia
ragione, cioè, perchè sappiamo ch’egli probabilmente qualche
lavoro eseguì per Piazza, 1 e perchè fra essa e la Croce di Termini
Imerese, accertata come sua, corrono rapporti di grande somiglianza.

* * *

Un esemplare, infine, interessante, di scultura in legno del
secolo xvni, arte che, giusto in quel tempo, ebbe in Sicilia uno
sviluppo straordinario, troviamo nella chiesa di San Pietro, le cui
cappelle gentilizie sono decorate sfarzosamente di marmi dei primi del secolo XVII, di stile
Rinascimento.

E questo un grande ciborio, ricco d’intagli ed adorno di numerose figure di santi squi-
sitamente modellate, il quale dà un carattere di grande sontuosità all’altar maggiore, circondato
d’altri elementi decorativi, fra cui è da notarsi un palialtare, intessuto di fili di paglia, curioso
lavoro di pazienza.

* * *

Aidone, piccolo borgo lindo e simpatico, appollaiato su di un’alta montagna a io chilo-
metri da Piazza Armerina, creduto di origine lombarda, ed il cui nome è spesso ricordato
nella storia medievale di Sicilia per la parte avutavi dai conti Rosso, e principalmente dal
celebre Enrico di quella famiglia, merita ogni riguardo pei suoi monumenti medioevali,
finora, pur troppo, sconosciuti ed abbandonati.

Già parecchi anni or sono il prof. Paolo Orsi ebbe a richiamare l’attenzione dell’Ufficio
regionale per la conservazione dei monumenti di Sicilia sull’importanza delle chiese aidonesi.

Il castello, detto volgarmente Castellaccio, sull’alto di una collina, in prossimità del paese,
presenta un ammasso disordinato di ruderi imponenti; ma qualora fossero fatte le debite
ricerche e gli opportuni studi, potrebbe esso forse dare alla luce frammenti architettonici
pregevoli, e rivelare la sua originaria ed intima struttura.

1 II Di Marzo (Lapittura in Palermo, ecc., pag. 212), il nome del Ruzzolone fu letto da un suo amico in
a proposito de’ freschi di Sant’Andrea, riferisce che alcune vecchie scritture di Piazza.

Aidone, Campanile
di Santa Maria la Cava

L'Arte. IX, 3.
 
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