Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI Heft:
Fasc. 3
DOI Artikel:
Ciaccio, Lisetta: Scoltura romana del Rinascimento, [1]: primo period (sino al pontificato di Pio II)
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0206
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
66

LISETTA CI ACCIO

I monumenti di questo primo periodo della scoltura romana rinascente sono stati in
gran parte spezzati, travisati, straziati, dispersi dalla manìa rinnovatrice dei secoli successivi,
che non potevano perdonare loro la secchezza e povertà delle lor forme. Ciò nondimeno
poiché qualche cosa ne è rimasto, noi cercheremo di rintracciare e riunire le fila di questa
primitiva scuola locale di cui nessuno, eh’ io sappia, ha ancora bene intuita l’esistenza.

* * *

Nel 1463 e 1464 papa Pio II faceva erigere nella basilica di San Pietro in Roma un
sacello destinato a contenere la preziosa reliquia del capo di Sant’Andrea, affidando il lavoro
agli scultori romani Paolo di Mariano ed Isaia da Pisa.!

Il tabernacolo-reliquiario era situato in alto, sopra una specie di baldacchino marmoreo,
sorretto da quattro colonne, ed era adorno, su ciascuno dei quattro lati, di una portella con
sovrapposta lunetta rappresentante due angioli librati in atto di portare su un panno la testa
del santo.1 2

Di tutto il monumento, che doveva essere assai grandioso, oggi non rimangono che
tre delle quattro lunette,3 conservate nelle grotte vaticane. Esse sinora sono state attribuite
tutte a Isaia da Pisa;4 senonchè, osservandole con un po’di attenzione, mi pare evidente
che, se due di esse, e cioè i numeri 67 e 221,5 possono ritenersi di una stessa mano, l’altra,
n. 224 (fig. 1), è indubbiamente opera di altro scultore, tanto ne appaiono diverse la tecnica,
le forme e l’attitudine delle figure angeliche, il trattamento del panneggio.

In questa lunetta n. 224, che presenta uno strano carattere di accentuato classicismo,
i due angioli che recano la testa di Sant’Andrea hanno volti di un bell’ovale allungato,
ma con guance piene, lineamenti piccoli e regolari secondo un modello stereotipo, in cui
si vede lo sforzo di rendere la purezza del tipo classico. Gli occhi hanno l’iride e la pupilla
fortemente segnate a graffito; la fronte, piana, è quasi appuntita, alta nel mezzo, ricoperta
ai lati dai capelli che, spartiti, sono risvoltati indietro secondo un tipo di acconciatura del
tutto gotica, ma trattata qui con evidente sentimento di classicismo nelle ciocche gonfie.,
leggermente ondulate nell’incorniciare il viso, moventesi in larghe e forti onde nel ricadere
sciolte sul collo. Questo, rotondo, senza muscolatura, s’attacca male, con una linea netta sia
al busto che alla testa, e tuttavia non può dirsi proprio sgraziato. Le braccia grosse e nude
sono certamente imitate nella modellatura carnosa da esemplari antichi ; la mano dalla palma
brevissima ha il dorso a cuscinetto, specialmente all’attaccatura del pollice.

Le due figure vestono un chitone senza maniche, allacciato sulle spalle da due rotondi
bottoni, e che forma molte pieghe piatte, diritte, accostate alla persona, fermate in vita da
una cintura fatta di una striscia di stoffa attorcigliata. Sopra il chitone è gettato a tracolla
un mantello che fascia quasi la parte inferiore del corpo, formando sul fianco visibile belle
pieghe minute, arcuate, mai interrotte : sulla spalla opposta s’incrociano i due lembi, uno
dei quali ricade dietro la figura in forma di ampio velo svolazzante.

La testa viva del santo -è modellata con assai maggior naturalezza che quella degli

1 E. Muntz, Les arts à la Cour des papes, Paris,
1878, I, pag. 249 e 285. — D. Gnoli, Le opere di
Mino da Fiesole in Roma, in Archivio storico del-
l'arte, 1889. — V. Leonardi, Paolo di Mariano mar-
moraro, nel L’Arte, 1900.

2 II disegno del tabernacolo si trova nel manoscritto
del notaio Grimaldi, op. cit., c. 49, e nel Ciampini,

De sacris aedificiis a Constantino magno constructis,

Roma, 1693, tav. XX-A.

5 La statua di Sant’Andrea, che sta oggi nella sa-

crestia di San Pietro, fu collocata sotto il tabernacolo
molto più tardi, verso la fine del secolo xvi, non avendo
quindi nulla a che vedere con i lavori del tempo di
Pio II, come ha dimostrato il Fabriczy (La statua di
Sant’ Andrea all’ ingresso della sacrestia dì San Pietro,
ne L’Arte, 1901, pag. 67).

4 Gnoli, op. cit., pag. 460. — Leonardi, op. cit.,
pag. 202.

! Se ne veda la riproduzione zincotipica nell’op. cit.
del Gnoli, a pag. 463.
 
Annotationen