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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 3
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Ciaccio, Lisetta: Scoltura romana del Rinascimento, [1]: primo period (sino al pontificato di Pio II)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0207

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SCOLTURA ROMANA DEL RLNASCLMENTO

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angioli; mentre lo stesso è il trattamento dell’occhio, ed i capelli e la barba presentano le
strie a onde larghe e accentuate delle chiome di quelli.

Il frammento non è certo un pezzo di scultura di grande valore ; l’esecuzione ne è un
po’ affrettata, l’imitazione dell’antico alquanto meschina e le forme non vi appaiono davvero
esenti di difetti; e non sarebbe forse il caso di porvi attenzione, se esso non si collegasse
con tutta una serie di altre sculture romane, dovute certo allo stesso marmoraro, ma di assai
maggior importanza.

La prima di queste è un rilievo esistente nella sacrestia della cappella di Sisto V in
Santa Maria Maggiore in Roma. Esso consiste in una lastra di marmo, leggermente incavata,

Fig. 1 — Frammento del tabernacolo di Sant’Andrea. Roma, Grotte Vaticane, n. 224

(Fotografia Gargiolli)

adorna ai lati di due figure di angioli ritti in piedi, e nel mezzo di un vaso da cui sorge
una pianta ricca di fogliame stilizzato (fig. 2).

Di questo rilievo non parla alcuna delle molte descrizioni della basilica.1 E neppure è
possibile rintracciarne notizie nell’archivio della chiesa, il quale non possiede che pochissimi
documenti del secolo xv.

Cosicché non ci rimane altro elemento, per formarci un concetto della nostra scultura,
che l’esame stilistico del lavoro. E non occorre molta osservazione per riconoscervi subito
la stessa mano che scolpì la lunetta n. 224 di Sant’Andrea: i due angioli di Santa Maria
Maggiore sono identici a quelli in tutti i caratteri di stile e di tecnica già notati: sola dif-
ferenza si è la cintura costituita da una levigata striscia di cuoio, anziché da stoffa attorcigliata.
Diversa inoltre è l’attitudine, quantunque, anche erette e ferme, le figure di Santa Maria
Maggiore abbiano una gamba leggermente piegata col piede sollevato quasi in atto di danza,
con movenza assai simile a quella degli angioli librati delle grotte. Inoltre le maggiori
dimensioni permettono al nostro marmoraro di spiegare una finezza e delicatezza di lavoro

1 II Bruzio {De basilica liberiana, mss. dell’Archivio
vaticano, misceli., arm. VI, n. 7, tomo VI, f. 120 r.),
parlando degli ornamenti della nostra sacrestia, ricorda

«duo e marmorato angeli stantes.», che potrebbero
forse essere i nostri due angeli del lavabo ; ma non
ce ne dice nulla.
 
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