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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 1
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0083

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MISCELLANEA

Le pitture della cappella delI’Annunziata a
Cori presso Roma. — Sulla strada che da Cori con-
duce a Cisterna, a breve distanza dalla città, sorgono
presso un uliveto i fabbricati rovinosi di un piccolo
eremitaggio ed una chiesetta detta dell'Annunziata.
L’eremitaggio, dalle iscrizioni che ancora conserva,
apparisce ricostruito fra il 1727 ed il 1730, quanto
alla cappella nulla v’è che ci indichi con precisione
la data della sua costruzione, ma vari elementi si
ritrovano nella sua decorazione interna ed esterna, da
cui possiamo ad un dipresso desumerla.

La piccola porta è sormontata da una lunetta, che
contiene una rozza pittura campagnola colla rappresen-
tazione di Gesù fra due angioli ed è circondata da una
larga fascia di marmo bianco in cui è scolpita a grandi
lettere l’iscrizione: f de spangnia . fvit . qvi . me

LEGERIT . DICAT . VNVM PATER . NOSTER . PRO ,
ANIMA MEA.

1 caratteri sono gotici italiani della metà del secolo
decimoquinto.

Incassato nel muro della facciata, a sinistra della
porta è uno stemma in marmo con la figura di un
leone rampante, antica impresa del Comune di Cori.
Questo stemma è un frammento di decorazione mar-
morea di un edificio, che potrebbe anch'essere la cap-
pella stessa, poiché nella parte superiore della lastra
_ di marmo in cui è lavorato, si veggono gli avanzi di
un’incorniciatura, composta di ovoli e di undici den-
telli, che portano scolpite lettere da cui risulta il fram-
mento d’iscrizione . . . rem domvs tva.

La cappella, non più lunga di una diecina di metri,
è coperta da una volta a botte e termina non con una
absidiola, ma con un muro piano. La volta e le pa-
reti sono completamente coperte d’affreschi di varie
maniere e di tempi diversi. Due finestrelle, molto alte
dal suolo, illuminano l’interno della cappella ; una
porta tagliata in tempi recenti nel muro di destra,
rovinando uno degli affreschi più belli, conduce alla
piccola sagrestia ed all’eremitaggio. L’ importanza del-
l’edificio sta tutta negli affreschi che lo decorano e
che sono interessanti specialmente come documenti

di un tempo in cui della pittura a Roma e nella pro-
vincia ci resta così poco e durante il quale all’arte
tradizionale locale, fattasi col tempo debole e povera,
si sovrapposero influenze esterne.

La decorazione della cappella è stata pensata or-
ganicamente, collegando con una costruzione archi-
tettonica dipinta le pareti e la volta e distribuendo
negli scomparti le composizioni pittoriche. A partire
da un alto zoccolo le pareti e la volta sono divise in
spazi rettangolari da serie di colonnine dipinte con
capitelli corinzi; semplici ed esili quelle in alto, più
grosse ed a voluta quelle in basso. Le serie di colon-
nine si sostengono a vicenda per mezzo di lunghi
cornicioni, di cui alcuni sono sottili ed ornati di mu-
saici dipinti alla cosmatesca e gli altri, che portano le
scritte esplicative delle storie, sono a tre fascie di cui
una dipinta a fusarole. La parete di fondo è ripartita
in tre campi da colonnine e da cornicioni ornati con
fusarole e dentelli, e la parte superiore, che ha forma
di lunetta, è circondata da un largo cornicione. Il di-
segno dei cornicioni a musaico, le proporzioni delle
colonnine, la forma dei capitelli, tutto ricorda lo stile
architettonico dei marmorari romani del secolo deci-
moterzo e del decimoquarto, come pure ricordano
quello stile le costruzioni raffigurate negli sfondi di
alcuni degli affreschi. Romani in tutto, usciti dalla
vecchia tradizione, ricchi di elementi iconografici bi-
zantini, sono gli affreschi della parete di fondo e quelli
negli scomparti della volta, dipinti da un pittore se-
condario che ripeteva motivi ereditati dalla tradizione
locale, senza quasi aggiunte o cambiamenti, che pos-
sano dirsi indizi di un rinnovamento. Alcune storie
paiono copiate da qualche bibbia bizantina miniata e,
quantunque non manchino qua e là di figure dipinte
con un certo vigore, come quelle della Cacciata dal Pa-
radiso e del Sacrificio d’Isacco, in genere il disegno e
la composizione vi appariscono molto fiacchi e stentati.
L’orribile ridipintura, che tutti gli affreschi della volta
e della parete di fondo hanno sofferto, e sotto cui il
colore primitivo è sparito del tutto, ha tanto alterato
il disegno che ora è difficilissimo giudicarne. Le pit-
 
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