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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0352

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BIBLIOGRAFIA

RECENSIONI.

André Michel, Histoire de l'Art depuis
les premìers temps chrétiens jusqu à pos
jours. Tome I, Des debuts de l’Art chré-
tien à la fin de la période romaine. Pre-
mière partie. Librairie Armand Colin, 1905.
Deuxième partie, id., id.

Sono due volumi fatti con la collaborazione di degni
studiosi, come l’Enlart, il Bertaux, 1’Haseloff, Paul
Leprienr, Maurice Prou, André Pératé, Gabriel Ali 1-
let, ecc. Il primo capitolo del Pératé stud a gli Esordi
de l’arte cristiana in Occidente, ma forse s’inoltra un
po’ troppo, arrivando sino alle pitture fatte eseguire
da Beno di Rapiza nella basilica inferiore di San Cle-
mente ; così che dai bassi tempi all’età romanica i pas-
saggi sono rapidissimi, tanto da non permettere l’esame
di opere di grande importanza dal sesto alla fine del-
l’undecitno secolo.

Il secondo capitolo di Camillo Enlart considera
PArchitettura cristiana in Occidente prima dell’età ro-
manica, bretemente discorrendo delle basiliche latine
e merovingie, delle chiese carolingie e sassoni, della
architettura domestica e militare. Il terzo capitolo di
Gabriele Millet s’addentra nell’Arte bizantina, esami-
nando l'architettura, la pittura, le miniature, i tessuti,
la scultura, i metalli e gli smalti ; e infine i procedi-
menti tecnici e lo stile. Nel quarto capitolo sull'Arte
dell’età merovingia e carolingia in Occidente, il Leprieur
si trattiene sulla pittura nel periodo precarolingio e
carolingio fuori d’Itaha; il Bertaux istampa in forma
di riassunto il suo lavoro sulla pittura nell’ Italia me-
ridionale dal v al x secolo, e ne compie un altro sulla
scultura in Italia dal vi al x secolo; Marquet de Vas-
selot determina gli influssi orientali nelle età suddette ;
e infine il compianto Emilio Molinier considerò l’arte
dell’età barbarica. Evidentemente l’illustre direttore
di questa storia dell’arte ha chiesto a uomini, dedicati
specialmente allo studio di questo o di quel periodo arti-
stico, di questo o di quel momento storico-artistico,
conchiusioni sintetiche, riassunti sicuri, esposizioni ben

nutrite di fatti ; ma finora, pure contribuendo al pro-
gresso degli studi, questa storia dell’arte non riesce
un’opera organica, anzi sembra una raccolta di arti-
coli per una grandiosa, ideale, enciclopedia.

La seconda parte del tomo I riesce più omogenea,
con gli articoli dell’Enlatt sull’architettura romanica,
di André Michel sulla scultura di questo periodo in
Francia, del Bertaux su quella del 1070 al 1260 in
Italia, dell’ Haseloff sulle pitture, miniature e vetrate
dell’età romanica nei paesi del nord, di Emilio Male
sulla pittura murale e su vetro in Francia, del Ber-
taux sulla pittura nell’Italia meridionale dall’xi al
xni secolo, del Molinier sull’evoluzione delle arti mi-
nori daH’vjn al xii secolo, del Marquet de Vasselot
sugli influssi orientali, di Maurice Piou sull’arte mo-
netaria. Anche qui tuttavia, per riempire lacune lasciate
nella I parte, il Molinier e il Prou risalgono più in-
dietro dell’età romanica; e di frequente si dà il caso
che le considerazioni degli uni sarebbero state al loro
posto nell’articolo d’altri. I a divisione del lavoro in
un’opera così grandiosa, come quella impresa dal chiaro
conservatore del Museo Nazionale, non era facile; e
conviene rallegrarsi del risu'tato ottenuto. Alla fin fine
l’attento lettore potrà da sé ricostruire coi tanti buoni
e differenti contributi l’insieme storico. Si può ancora
osservare che in questi due primi volumi la Francia
ha nella trattazione la parte più considerevole, e che
le altre nazioni non hanno la loro parte corrispondente
in proporzione; ma in seguito, col disegnarsi più net-
tamente le limitazioni delle arti ne’ diversi paesi, si
potrà ottenere una imparziale distribuzione delle parti.
Infine si può notare che ai tanti coniributi eccellenti,
qualcuno manca a completare il quadro, uno ad esempio
sulla pittura murale romanica nell’Italia settentrionale.
Molti preziosi monumenti d’ogni parte d’Europa non
sono stali del resto inquadrati in quest’opera storica,
che pure si propone un programma amplissimo. Co-
munque, salutiamo fraternamente questo inizio della
grand’opera beneaugurando.

Adolfo Venturi,
 
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