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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 6
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Frizzoni, Gustavo: Appunti critici intorno alle opere di pittura delle scuole italiane nella galleria del Louvre
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0443

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APPUNTI CRITICI

INTORNO ALLE OPERE DI PITTURA DELLE SCUOLE ITALIANE
NELLA GALLERIA DEL LOUVRE

rii fra gli appassionati dell’arte, non si sente compreso di ri-
conoscente entusiasmo ripensando alle impressioni memora-
bili provate nell’esaminare e nel contemplare i tesori che rac-
chiude un Museo quale è quello del Louvre, permanentemente
aperto al pubblico ne’ suoi svariati riparti, con una liberalità
che non ha limiti ?

Nel campo della pittura, di tutti i tempi e di tutti i paesi,
fra altro, non è immensa la messe che quivi ci si presenta?
L’arte italiana, come ben si sa, vi tiene un posto eminente,
essendo rappresentata da un numero considerevole di opere,
dove primeggiano ben parecchi dei nostri più insigni maestri.
Mentre si è d’accordo tutti, che nessun altro museo del mondo
saprebbe competere con quello della metropoli francese pel
numero delle opere di Leonardo, tanto preziose anche come
problemi di studio per se stesse e per l’influenza esercitata
successivamente, altri problemi si affacciano di fronte a buon
numero di pitture, intorno alle quali si stanno tuttora aspet-
tando per parte del Catalogo ufficiale adeguate rettifiche,
non del tutto indifferenti. Nell’attesa è nostro intento quindi proporne parecchie — stando
nell’àmbito delle scuole italiane — che reputeremmo raccomandabili.

Incominciando con la sala, detta la Galleria dei sette metri, che contiene i dipinti più
antichi, dovrebbe essere accolta oramai senza tema d’errare, la proposta già fatta da Cor-
rado Ricci nella Rassegna di’ arte di togliere a Gentile da Fabriano per darla a Jacopo Bel-
lini la Madonna col Bambino, il quale sta benedicendo non già il signore di Rimini Pan-
dolfo Malatesta, come vuoisi al Louvre, sì bene il marchese di Ferrara Lionello d’Este, come
verificarono primo il Dott. Paolo Schubring, quindi Paolo Gaffuri e Corrado Ricci.1

Fu acquistato per 16,000 franchi nel 1873 sotto il nome di Gentile in base a un giu-
dizio del Cavalcasene. Che se il Venturi pensò di poi alla scuola del Pisanello, ciò dimostra
ad evidenza quali legami di stile si rivelano fra i tre grandi pittori del tempo, Gentile,
Jacopo e Vittore. Ma se si confronta il quadro con quanto apparisce nel libro di disegni
di Jacopo al Louvre e vie più con la nuova, mirabile tavola della Madonna, dal sullodato
Ricci acquistata per gli Uffizi, si vedrà che la corrispondenza è tale, nel modo d’intendere

1 Vedi: Polemica - Ancora di Iacopo Bellini, di Corrado Ricci, in Rassegna d'arte, gennaio 1904.

L'Arte. IX, 51.
 
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