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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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Nicola, Giacomo de: L' affresco di Simone Martini ad Avignone
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0377

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L’AFFRESCO DI SIMONE MARTINI

AD AVIGNONE

EL primo Seicento a Roma si continuò la mania del Rina-
scimento per la distruzione dell’antico, pure apprezzan-
dosi, per una inesplicabile contradizione, quell’antico che
si distruggeva, mentre se ne tramandavano gelosi ricordi.
Mentre, ad esempio, si eseguivano le ultime demolizioni
dell’antico San Pietro si apriva nelle Grotte un museo coi
resti dei monumenti distrutti, monumenti che nello stesso
tempo il Grimaldi descriveva con diligenza notarile e dise-
gnava in più esemplari.1

Chi si distinse nell’opera riparatrice delle di-
struzioni fu il cardinale Francesco Barberini che
nel decennio 1630-1640, servendosi specialmente del
pittore Antonio Eclissi, fece riprodurre ad acquarello
molti affreschi di chiese romane. Così interi cicli pittorici oggi perduti (in San Paolo,
Santa Cecilia, Santa Maria in Trastevere, San Giacomo al Colosseo, Sant’Andrea
all EsquiHno, ecc.) risorgono, sia pure in penombra, in una serie di codici Barberini che
fanno quasi corona a quello famoso del San Gallo.2 3

Ma il Barberini raccoglieva riproduzioni di statue, di sarcofagi, di affreschi, da ogni
parte, sopra tutto dalla Francia, per mezzo del Peiresc e del Suarez che a gara glieli man-
davano tra l’uno e l’altro invio di libri con cui egli veniva formando la biblioteca.

Delle spedizioni del Suarez non si è conservato, per disgrazia, che una minima parte, chè
altrimenti avremmo un materiale di prim’ordine per la storia dell’arte della Provenza e di
Avignone in particolare. Tutti questi disegni di varia provenienza e contenuto sono riuniti
alla rinfusa in altri pochi codici sparsi qua e là.

I codici sono noti, ma non abbastanza esplorati.5

II disegno che qui pubblico, tratto da uno di essi, e qualche altro che forse lo seguirà,
mostreranno l’utile che ancora se ne può ricavare.

1 II più completo è nel cod. Barb. lat. 2733.

2 Essi vanno dal 4402 al 440S nella nuova nume-
razione vaticana.

3 È perciò mia intenzione di darn“ notizia più com-

pleta ed esatta di quella del Miintz. (Les sources de
l’archéol. chrét. dans les bibliot. de Rome, de Florence
et de Mìlan, in Mélanges d’archéol. et d’hist. de l’école
de Rome, 1888, pag. 101-119).
 
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