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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc.4
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Corrieri
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Cronaca
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0350

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CORRIERI

309

nere; ma poiché s’è fatta e si fa e si potrebbe ancor
fare qualche trasformazione nei locali, questo criterio,
per quanto è possibile, non andrebbe trascurato.

E altro ancora ci sarebbe da fare, di cui qualche
tempo fa io parlavo all’illustre direttore, che ne con-
veniva pienamente, non d’altro preoccupandosi che
della spesa, la quale però in una città artistica come
Perugia e in una occasione come questa della Mostra
d’antica arte umbra non può, non deve essere in
nessun modo un ostacolo Bisognerebbe, dico, ricom-
porre le parti ora disgiunte di ancone, di polittici e
d’altre opere d’arte che nella loro forma originaria
acquisterebbero ben altra bellezza, ben altro valore.
Questo si dovrebbe fare per le tavolette dell’Angelico,

come si vien facendo per il polittico di Fiorenzo di
Lorenzo ; questo si dovrebbe fare per le otto tavo-
lette, attribuite allo stesso Fiorenzo e che, come si
legge nelle vecchie Guide, formavano le chiudende
d’una nicchia che serviva per la statua del santo e
aveva per frontespizio la tavola oblunga (n. 17) col
nome di Gesù entro un festone di fiori e frutti legati
con nastri ; questo, infine, si dovrebbe fare per una
opera del Vannucci, la grande ancona a due facce,
già nella chiesa di Sant’Agostino, tanto più che an-
cora esiste un disegno che può servir di guida sicura
in questa ricomposizione.

G. U.

CRONACA

Il Comitato centrale per le antichità e belle arti
fece voti, perchè l’insegnamento della stoi ia dell’arte
nelle scuole medie s'a impartito da speciali docenti ;
ma essendo vano sperare che essi sieno in tal numero
da sopperire al bisogno, espresse il desiderio che
si provveda di mano in mano, prima le città princi-
pali, poi quelle fornite di tesori artistici, e infine le
altre. Insomma che si proceda senza affrettati assol-
damenti, ma con criterio chiaro del fine da raggimi
gersi per la cultura artistica italiana e dei mezzi da
adoprarsi pratici e sicuri.

Proprio ne’ giorni in cui s esprimevano questi voti,
una Società di Firenze prendeva di mira specialmente
la nuova disciplina, e con un accanimento nop degno
di persone colte, negava ad essa l’esistenza presente
e anche la futura. È triste che gli illustri classicisti,
firmati nella lettera, giudicassero di studi ai quali
sono estranei e di progressi che ignorano. Finanche
che rimproverassero il Ministero della pubblica istru-
zione di aver fatta una prova d’insegnamento speciale
nei licei di Roma, senza chiedersi almeno se la prova
sia riuscita o no. Perchè non si vuol dar quartiere
alla storia dell’arte? I nostri giovani devono viaggiare
l’Italia chiusi nelle loro valigie, e noi dobbiamo la-
sciare per secoli che ogni grande artista nostro trovi
monografie, ogni nazionale monumento illustrazioni,
ogni fasto dell’arte italiana la sua storia... all’estero.
Basta che quando si ricorda il centenario di qualche
glorioso pi loi e, scultore o architetto si metta un blocco
di marmo nelle piazze. Se i nostri tesori non sono
conosciuti, amati, difesi dai cittadini, che importa? Ci
sono i tedeschi che li conoscono, e li portan via ; gli

inglesi che li ammonticchiano nel Museo Alberto e
Vittoria; gli americani che li pagano bene. Se le nostre
leggi non trovano applicazione per mancanza d’uomini
educati all’arte, se i regolamenti di centinaia d’arti-
coli rimangono necessariamente lettera morta, che
importa? Senofonte è salvo! Almemo per chi crede
la Storia dell’arte avversa agli studi classici!

A tali considerazioni muovono quelle così contrarie
all'insegnamento speciale della storia dell’arte. Se do-
mani si pensasse di affidare l’insegnamento della let-
teratura al professore di storia civile o di filosofia,
apriti cielo! Ma la storia dell’arte è rosa che tutti
possono insegnare, tant’è vero che un filosofo non
potendo per nevrastenia applicarsi agli studi, ha trat-
tato nel suo liceo, per incarico avuto, delle cose amene
dell’arte. Non importa che si applichi il metodo po-
sitivo, pratico, oggettivo, moderno da coloro che pro-
fesseranno nelle scuole medie la storia dell’arte. Basta
qualche bella frase ai nostri giovani ! Per la forza della
retorica, i rapporti tra il pubblico e gli artisti saranno
stretti eternamente, non ci saranno più profani, la
cultura sociale diverrà terreno fertile all'invenzione
dell’artista, un’arte nuova fiorirà nell’italo regno.

A. Ven-iuri.

,j? A Piacenza gli artisti e gli amatoti d’arte si agi-
tano per il divisato trasporto su tela di un grande
affresco del Lomazzo, che può essere lasciato a suo
posto naturale, nella gran sala che adorna. Auguriamo
agli amici dell’arte la vittoria, persuasi ogni giorno
più che gli affreschi distaccati dalle pareti perdono
del loro proprio effetto e del loro natio vigóre.
 
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