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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0432

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BIBLIOGRAFIA

RECENSIONI.

Marcel Reymond: Veri occhio. Paris, Li-
brairie de l’art ancien et moderne, An-
cienne maison J. Rouam, 28 Rue du Mont
Thabor.

Un nuovo libro intorno a colui che fu degno maestro
di Leonardo da Vinci! Chi non ne saluterebbe l’appa-
rizione con interessamento, sapendolo composto dal
noto autore della grande opera La Sculpture fiorentine?
Il nuovo volumetto, corredato di 24 illustrazioni, rica-
vate dalle migliori fotografie, desunte dalle opere più
caratteristiche dell’artista, fa parte della raccolta inti-
tolata: Les Maitres de Vari, collection publiée sous le
haut patronage du Ministère de V ìnstruction publique et
des beaux arts.1

Tenendo conto delle risultanze più recenti della
storia e della critica, concernenti l’attività ed il carat-
tere proprio di Andrea Verrocchio nell’ambiente del-
l’arte fiorentina, l’autore ne passa in rassegna le opere
di scultura, di pittura, di disegno, con quella dispo-
sizione a sentire intimamente le finezze dell’arte, per
cui si distingue fra il gran numero degli studiosi.

Prima di passare in rassegna le sue opere lo con-
sidera in relazione ai suoi predecessori e ai contem-
poranei, constatando l’alto posto che gli compete nello
sviluppo dell’arte fiorentina, e concludendo ch'egli
si qualifica quasi un anello di congiunzione fra Dona-
tello e Leonardo da Vinci.

Il suo giudizio intorno alle opere, che con maggiore
o minore ragione gli vengono attribuite, riesce tanto
più interessante in quanto si sa come negli ultimi
tempi esse abbiano dato luogo a svariate congetture
ed affermazioni problematiche, massime per parte
della critica germanica. Per quanto ora l’uno o l’altro

1 In questa serie sono precedentemente comparsi i seguenti vo-
lumi: Reynolds?par M. Fr. Benoit ; David, par Léon Rosenthal;
Albert Durer, par Maurice Hamel; Rubens, par M. Louis Hour-
ticq ; Holbein, par M. Francois Benoit ; Ciane Sluter, par
M. A. Kleinclausz ; Mìchelange, par M. Romain Rolland ;
Gèricault, par M. Léon Rosenthal.

dei più competenti nella materia sia per sollevare
delle riserve in un modo o nell’altro, l'impressione
generale è che l’A. dimostra di avere bene inteso la
natura e le qualità dell’artista.

Seguendo l’ordine cronologico considera quale una
delle prime opere di scultura l’originale lavabo mar-
moreo della sagrestia di San Lorenzo, distinguendovi
tuttavia la parte a bassorilievo applicata al muro da
quella sporgente, ravvisando in quella un lavoro an-
teriore di parecchi decennii, in questo la mano del
Verrocchio, come pare ragionevole ammettere.

Quanto alla tomba, ossia sarcofago di Piero de’ Me-
dici, in porfido, decorato di fogliami in bronzo, rileva
tutto il valore, architettonico, decorativo, scultorio, di
un monumento che nel suo puro classicismo è una
espressione eloquente del concetto pagano onde è
venuto impregnandosi l’umanesimo del tempo in Fi-
renze.

Quale sua prima statua indicherebbe il noto gra-
ziosissimo Davide giovinetto, di bronzo, già. di una
perfezione mirabile, istituendo dei confronti con quello
altrettali o celebrato del Donatello.

Quindi il Putto col delfino, di Palazzo Vecchio, no
tevole non solo per la bellezza pura delle forme in-
fantili, ma per la graziosa trovata dell’atteggiamento.

Porrebbe intorno al 1480 la Madonna col Bambino
in terra cotta, già dell’Ospedale di Santa Maria Nuova;
preziosa in quanto rivela la mano dell’artista in tutta
la sua caratteristica personale e come prototipo di al-
tre configurazioni analoghe.

Il busto marmoreo di giovane donna del Museo
Nazionale poi (dal dott. Bode pel primo riconosciuto
per opera del Verrocchio), dà occasione al nostro cri-
tico-esteta ad esprimersi con una grazia tutta francese
intorno al pregio della esecuzione delle mani, che la
rappresentata tiene sul petto. « Et ces mains, — sog-
giunge, — Verrocchio les regarde en orfèvre, il les
cisèle, corame il ciselait les bijoux. C’est un charme
de voir avec quel art, quel naturel, quelle souplesse,
il donne a chacun des doigts une position differente,
 
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