SCOLTURA ROMANA DEL RINASCIMENTO
PRIMO PERIODO (SINO AL PONTIFICATO DI PIO II)
OMA, dalle cui zolle fiorivano quegli avanzi
della civiltà classica che furono ispirazione
al rinnovamento glorioso dell’arte italiana
stanca delle già vecchie forme gotiche, non
fu davvero precorritrice nell’evolversi della
scultura verso gli ideali rinascenti. Du-
rante il secolo XIV ed i primi decenni del
secolo xv le misere condizioni della città,
preda dell’anarchia e del disagio economico,
si erano così miseramente ripercosse nel-
l’arte locale, che questa, nonché farsi ini-
ziatrice di novità, non poteva se non a
stento trovare la via a rinfrancarsi, senza
osare quasi di misu-
rarsi con i valorosi
campioni toscani, chia-
mati dalla munificenza
pontificia ad operare
nella città eterna. Così
nel periodo immedia-
tamente successivo alla venuta in Roma di Sirnone Chini e di Donatello (circa 1431) e durante
la permanenza del Filarete e collaboratori (1433-47), l'arte locale produsse meno ancora che
al principio del secolo, quasi che la presenza di quegli abili e disinvolti artefici stranieri sgo-
mentasse i timidi ed ignoranti marmorari romani. Nè la qualità compensa la quantità: il
monumento del cardinale Ardicino della Porta seniore, morto nel 1434, è ancora prettamente
gotico ;1 i frammenti del paliotto d’altare della sacrestia di Eugenio IV in San Giovanni
l.aterano ed il tabernacolo pure della basilica lateranense, ora collocato nella cappella di
San Venanzio del Battistero, opere evidentemente di uno stesso marmoraro, mostrano,
specialmente il primo, alcune forme classicheggianti così faticosamente accoppiate al fare
gotico dominante, da testimoniare assai pìoco felicemente in favore della scoltura romana
durante il pontificato di Eugenio IV. Così può dirsi che un vero indirizzo di rinascimento
classico l’arte assume soltanto verso la metà del secolo XV.
1 La statua funeraria si conserva ancora nelle grotte
vaticane sotto il n. 187; il disegno dell’insieme del
monumento ci è stato serbato dal Grimaldi : Instru-
menta autentica translationum sanetorum corporum
et sacrarum reliquiarum e veterì in novum templum
Sancii Petri. (Ms. della Bibl. Vatic., cod. Barb. lat.
2733, c. 290).
PRIMO PERIODO (SINO AL PONTIFICATO DI PIO II)
OMA, dalle cui zolle fiorivano quegli avanzi
della civiltà classica che furono ispirazione
al rinnovamento glorioso dell’arte italiana
stanca delle già vecchie forme gotiche, non
fu davvero precorritrice nell’evolversi della
scultura verso gli ideali rinascenti. Du-
rante il secolo XIV ed i primi decenni del
secolo xv le misere condizioni della città,
preda dell’anarchia e del disagio economico,
si erano così miseramente ripercosse nel-
l’arte locale, che questa, nonché farsi ini-
ziatrice di novità, non poteva se non a
stento trovare la via a rinfrancarsi, senza
osare quasi di misu-
rarsi con i valorosi
campioni toscani, chia-
mati dalla munificenza
pontificia ad operare
nella città eterna. Così
nel periodo immedia-
tamente successivo alla venuta in Roma di Sirnone Chini e di Donatello (circa 1431) e durante
la permanenza del Filarete e collaboratori (1433-47), l'arte locale produsse meno ancora che
al principio del secolo, quasi che la presenza di quegli abili e disinvolti artefici stranieri sgo-
mentasse i timidi ed ignoranti marmorari romani. Nè la qualità compensa la quantità: il
monumento del cardinale Ardicino della Porta seniore, morto nel 1434, è ancora prettamente
gotico ;1 i frammenti del paliotto d’altare della sacrestia di Eugenio IV in San Giovanni
l.aterano ed il tabernacolo pure della basilica lateranense, ora collocato nella cappella di
San Venanzio del Battistero, opere evidentemente di uno stesso marmoraro, mostrano,
specialmente il primo, alcune forme classicheggianti così faticosamente accoppiate al fare
gotico dominante, da testimoniare assai pìoco felicemente in favore della scoltura romana
durante il pontificato di Eugenio IV. Così può dirsi che un vero indirizzo di rinascimento
classico l’arte assume soltanto verso la metà del secolo XV.
1 La statua funeraria si conserva ancora nelle grotte
vaticane sotto il n. 187; il disegno dell’insieme del
monumento ci è stato serbato dal Grimaldi : Instru-
menta autentica translationum sanetorum corporum
et sacrarum reliquiarum e veterì in novum templum
Sancii Petri. (Ms. della Bibl. Vatic., cod. Barb. lat.
2733, c. 290).