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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0442

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BIBLIO GRAFIA

illustrato con cura e garbo la vita e le opere. Buone ripro-
duzioni, inedite finora, di queste ultime.

260. Manzoni (Romeo), Vincenzo Véla. — Milano,
Hoepli, 1906.

Opera composta secondo il vecchio criterio di magnificare
l’artista di cui si scrive in tutte le manifestazioni dell’arte sua,
per farne apparire la preminenza su tutti e tutto. La lettura
ne è facile e anche interessante, ma lo studioso resta ben
poco soddisfatto, poiché mentre i casi più comuni della vita
dell’artista son messi insistentemente in luce e insistentemente
sviluppati, la sua evoluzione artistica, i vari caratteri che pre-
sentano le sue opere, la sua importanza nel movimento arti-
stico del suo tempo son tutte questioni trattate senza penetra-
zione e senza sincerità.

Notevoli sono le incisioni, numerosissime, che mostrano
meglio del testo l’importanza, veramente non grande, del
Véla. /.

261. Sortais (Gaston), Fra Angelico et Benozzo
Gozzoli. — Lille, Société S^int-Augusti», Desclée, De
Brouwer et C. [1906].

Questo volume, simpaticamente scritto, può riuscire di
qualche interesse alla lettura; ma vi è poco o nulla di nuovo,
mentre si notano a profusione errori, inesattezze, lacune. È
specialmente trascurata la parte relativa a Benozzo : sul sog-
giorno di questi a Roma, l’A. se la sbriga con poche parole
e non tenta nemmeno una distinzione fra l’alunno e il maestro
per gli affreschi della cappella di Nicolò V, come non la
tenta per gli affreschi di Orvieto. Egli si limita a dire che
una determinazione di quanto spetta a ciascuno è impossi-
bile. E perchè? La distinzione fu tentata due volte, ma il S.
ignora l’uno e l’altro tentativo. L’A. ha perduto anche una
buona occasione per studiare le opere minori di Benozzo a
Roma; esse sono ignorate, è vero (salvo una che il Rossi
studiò e pubblicò, e che il S. ha dimenticato), ma chi trat-
tava lo speciale argomento poteva facilmente ritrovarle, a
San Paolo e a Santa Maria d’Aracoeli.

Il S. si è contentato di cercare delle belle frasi e, trova-
tene in buon numero, non si è curato che di far presto. La
fretta è dimostrata dal modo nel quale sono maltrattati nomi
propri e citazioni latine, e da affermazioni ed espressioni sin-
golari, evidentemente sfuggite, come a esempio questa (pa-
gina 223) : « Due fiorentini, Spinello aretino e Francesco da
Volterra... » E poco prima è dato per fiorentino anche An-
tonio veneziano, e passa per pisano Bonamico Buffalmacco !

262. Veth (Jan), Rembrandtiana, III, IV - Rem-
brandt an Musée de Cassel. {IJart flamand et hollandais,

a. Ili, sem. I, pag. 145-152, seni. II, pag. 1-10; Bruxel-
les, 1906).

La storia dell’arte nella vita odierna: istituzioni

artistiche, insegnamento, legislazione, tutela

dei monumenti, scavi e restauri, esposizioni e

collezioni; bibliografia artistica.

263. Friedlander (Max J.), La Galerie von Kaaf-
mann à Berlin (/,’art jlaniand et hollandais, a. Ili,
sem. Il, pag. 29-40; Bruxelles, 1906).

Illustra brevemente e bene i quadri fiamminghi e olan-
desi della collezione costituita, con finissimo criterio, da Ric-
cardo von Kauffmann ; dei principali dà eccellenti riprodu-
zioni. Tra i fiamminghi da notare un’antica copia o replica
della parte centrale del trittico Malvagna del Museo di Pa-
lermo ; il F. crede la copia dell’Ysenbrant, l’originale del
Gossart. Un’altra replica dello stesso trittico è indicata nella
collezione del barone Edmondo Rothschild.

264. Manzini (F.), La Pieve di Trebbio (Rassegna
d'arte, a. VI, pag. 97-102; Milano, 1906).

Rendiconto dei lavori di restauro e di ripristino compiuti
in parte, in parte intrapresi, nella Pieve di Trebbio, che è
fra i più notevoli monumenti medioevali dell’Appennino mo-
denese.

265. Rubbiani (Alfonso), Il palazzo di re Enzo in
Bologna. — Bologna, Zanichelli, 1906.

Il palazzo detto di re Enzo è il palatìum novum del Co-
mune, che fu costruito nei primi anni del secolo xill e fu
incorporato poi nel palazzo del Podestà. L’antica fronte del
palazzo di Enzo è stata restaurata a cura del famigerato Co-
mitato per Bologna storico-artistica; e il Rubbiani rende
conto, in questo elegante volume, dei restauri che furono da
lui bene diretti.

266. Sordini (Giuseppe), Di alcuni lavori nel
Duomo di Spoleto (Bollettino della R. Dep. di storia
patria per l'Umbria, voi. XII, pag. 141-153; Perugia,
1906).

Rende conto dei lavori compiuti durante gli anni 1904-
1905, nel Duomo di Spoleto. Furono in quest’occasione
scomposti e felicemente ricomposti i monumenti di fra’ Fi-
lippo Lippi e di Gianfrancesco e Fulvio Orsini, e furono
accuratamente studiate, per quanto era possibile, le cause
che minacciano la rovina dell’ insigne monumento. Diresse i
lavori e gli studi, con diligenza amorosa e con eccellente
metodo, il Sordini stesso.

Per i lavori pubblicati ne L'ARTE sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica

per VItalia e per l'estero.

Adolfo Venturi, Direttore responsabile.

Roma, Tip. dell’Unione Cooperativa Editrice, via Federico Cesi, 45
 
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