Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI Heft:
Fasc.4
DOI Artikel:
Bibliografia
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0353

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
312

BIBLIOGRAFIA

Beschreibendes Verzeichnù der illuminierten
Handschrìften in Oesterreich, Herausgege-
ben von Franz Wickhoff. (Publika-
tionen des Institutes fiir Oesterreichische
Geschichtforschung). Leipzig, Hiersemann,
1905: I Band. H. J. Hermann, Die illuni.
Handschr. in Tirol\ H Band. H. Tietze.
Die illuni. Handschr. in Salzburg.

Veramente felice può dirsi l’idea di pubblicare un
completo catalogo descrittivo-critico ed illustrato di
tutte le miniature di cui sono ricche le collezioni del-
l’impero austro-ungarico. E poiché i due volumi sinora
venuti in luce della grandiosa opera diretta dal Wickhoff,
sono riusciti qu xsi perfetti, sia per l’ottimo testo, che
per le splendide e numerose tavole fototipiche, deve
esser data ogni lode all’Istituto storico austriaco per
essersi fatto iniziatore di un’impresa rispondente così
bene ai bisogni della moderna coltura storico artistica,
la quale veramente sente la necessità di una più
ampia pubblicazione di riproduzioni di miniature, di
quanto non si sia avuto sino ad oggi. Onde il bello
esempio dato dall’Austria ci ispira l’augurio che esso
possa venire presto imitato dagli altri stati che pos-
seggono numerosi codici miniati, fra i quali l’Italia
non avrebbe certo ragione di restare ultima.

Nel primo volume, dovuto all’Herrnann e dedicato
ai codici miniati del Tirolo, tengono il maggior posto
le miniature della scuola di Brixen (Bressanone) e di
altre scuole tedesche, la cui conoscenza per altro non
è senza importanza anche per la storia dell’arte ita-
liana, dati gli scambievoli rapporti avutisi fra l’arte
tedesca e la veronese e veneta sulla fine del se-
colo xiv e nel xv.

Rappresentati sono pure i codici franco-fiamminghi,
fra i quali tiene il campo un prezioso lìvre d’Heures
riccamente miniato da Jeau Bourdichon.

Ma nelle biblioteche del Tirolo non mancano nem-
meno le miniature italiane: fra queste è da ricordarsi
il codice delle tragedie di Seneca, miniato da Nicolò
di Giacomo da Bologna della biblioteca universitaria di
Innsbruck (N. 87), opera del periodo tardo dell’artista
e quindi della sua decadenza, ma interessantissimo per
la conoscenza del concetto che, in sulla fine del se-
colo xiv, si aveva in Italia dell’antichità classica.

È poi della massima importanza artistica il messale
del card. Ippolito I d’Este della stessa biblioteca (N. 43),
capolavoro della miniatura ferrarese agli inizi del
Cinquecento, dovuto agli stessi tre miniatori che orna-
rono il breviario di Ercole I ed il libro di preghiere
di Alfonso I d’Este, ora in possesso dell’ arciduca
Francesco Ferdinando d’Austriaa Vienna. L’Hermann,
accettando un’ipotesi del Campori, identificherebbe
questi tre miniatori in Matteo da Milano, Tommaso
da Modena (aiutato forse da Antonio Maria da Casa-

nova) e Cesare delle Vieze. Sarebbe peraltro stato
interessante che egli, conoscendo e prendendo in
esame anche il messale Della Rovere del Museo civico
di Torino, che certamente è dovuto al miniatore (il
supposto Matteo da Milano dell'Hermann) che allu-
minò le migliori pagine del codice di Innsbruck e le
rappresentazioni dei mesi del breviario di Vienna, si
pronunciasse sull'ipotesi emessa dal Venturi l, che,
respingendo l’opinione del Campori, riconosceva il
suddetto miniatore in Gian Francesco de’ Maineri da
Parma.

Altri codici miniati italiani esistenti nel Tirolo sono
il breviario N. 1563 della Biblioteca comunale di
Trento, supposto dall’Hermann di Nicolò da Bologna;
l’antifonario C. della sacrestia del Duomo di Trento,
che probabilmente è pure bolognese ; il codice N. 44
della Biblioteca dei Cirstercensi di StanisneU’Oberintal,
libro di preci scritto da un amanuense tedesco, ma
ornato da un miniatore italiano, forse ferrarese, nel
1482 ; un breviario di scuola lombarda della fine del
secolo xv (Innsbruck, Servitenkloster S. n.); un Offi-
cium della beata Vergine di scuola toscana della se-
conda metà del secolo xv (Medesimo luogo N. 9 A).

Anche a Salzburg, fra le molte miniature tedesche,
francesi, fiamminghe, non mancano le italiane : spe-
cialmente rappresentata è la fiorentissima e straordi-
nariamente produttiva scuola bolognese ; al primo
periodo della quale appartiene certamente il codice
delle decretali di Gregorio IX della Studienbibliolhek
(Cod. V, 1, A, 1), dal Tietze determinato soltanto
come lavoro dell’Italia settentrionale. Ad un tempo
un po’ più avanzato, benché non della fine del se-
colo xiv, come vuole il Tietze, ma soltanto del principio
del secolo, appartiene il codice giuridico V, 1, A, 2,
della stessa Biblioteca, il quale benché con forme
scorrette e grossolane, rispecchia ancora la maniera
propria del periodo aureo della miniatura bolognese,
fiorita in sulla fine del secolo xm, e caratterizzata da
una ricchezza stranissima di forme naturalistiche e fanta-
stiche che si sprigionano dalla rigidezza dello stile
bizantino di cui conservano l’accento.

Un po’ più tardo ancora è il codice a. xii, 8 della
Biblioteca del Capitolo di S. Pietro, che soltanto dubi-
tativamente l’A. suppone bolognese, mentre è un
saggio, brutto, ma caratteristico, della maniera domi-
nante in Bologna prima del fiorire di Nicolò; il quale
è altresì rappresentato con il codice a, xii, io della
stessa biblioteca, firmato e datato 1354.

Interessante è pure, pei suoi motivi decorativi, il
codice V, 1, A, 8 della Studienbibliothek, datato 1419
e contenente la lectura di Baldo de Perusio sopra il
vi libro del Codice, scritto in Venezia per Nicolò
Contarmi.

Lisetta Ciaccio.

1 Le Gallerie nazionali italiane. — Anno III. Roma, 1897,
pag. 160-170.
 
Annotationen