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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc.4
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Frizzoni, Gustavo: Opere di maestri antichi a proposito della pubblicazione dei disegni di Oxford
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0285
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GUSTAVO FRI ZZO NI

da me proposte cada sopra di me, esse sono segnate ogni volta con una croce (-)-). In questo
modo il lettore sa con chi ha da fare, e se il tempo dimostrerà erroneo il battesimo, il rim-
provero deve essere fatto a me e non pesare su alcun’altro ; se invece è dimostrato giusto
e attendibile, deve anche a me solo, cioè al metodo sperimentale da me raccomandato,
venirne il merito ».

Il foglio seguente presentatoci dal Colvin evidentemente si riferisce ad altro attraente

E un’ottima riproduzione da un cartoncino
nelle dimensioni deH’originale, di mano del
Sodoma, preparazione preliminare per uno
dei suoi numerosi quadri di devozione (una
Madonna col Bambino e due Santi). L’ese-
cuzione, al carboncino, è caratteristica per
l’autore. Le linee vi sono trattate alla rin-
fusa, con una molteplice presa e ripresa
di contorni, che imprime all’insieme un non
so che di molle e d’indeterminato, analogo
a quello che apparisce nell’arte plastica là
dove si tratta di qualche lavoro sommaria-
mente plasmato colla creta. Procedimento
codesto che non impedisce, anzi sembra
quasi favorire l’estrinsecazione di un senti-
mento di grazia e di bellezza, per cui spesse
volte gli artisti si distinguono più nei pre-
ludii alle loro opere che in quelle eseguite.
Il Colvin nel cartoncino indicato riscontra
le tarde traccie degli ammaestramenti avuti
da Lionardo a Milano negli anni giovanili.
Oggi a dir vero la dimora del Bazzi a Mi-
lano anteriore alla sua andata in Toscana
è messa fortemente in dubbio, trovandosi
che le prime sue opere eseguite nel Senese
accennano bensì al contatto con gli altri
pittori toscani e col Pinturicchio, intento
alla decorazione della celebre Libreria del
duomo, mentre non vi si saprebbe riscon-
trare alcuna impronta decisamente leonar-
desca. Lo scrivente stesso quindi riconosce
di dovere derogare alquanto da quello che
espresse in proposito ben parecchi anni or sono nella sua monografia intorno al pittore
vercellese, non ostante avesse convenuto, nè in Piemonte nè in Lombardia trovarsi alcuna
opera che si possa ragionevolmente attribuire alla sua epoca anteriore alla partenza per la
Toscana. 1

Non avendosi per un altro verso a mettere in dubbio che il Sodoma in età più pro-
vetta abbia avuto occasione di avvicinarsi al Vinci e di subirne il fascino alla sua volta,
ebbi ad esprimere altrove l’opinione che ciò si sia verificato fra gli anni 1513 e 15, cioè
nel tempo medesimo in cui Leonardo si trovava a Roma, venutovi da Firenze in compagnia
di Giuliano de’ Medici per la solenne circostanza della incoronazione del nuovo papa mediceo
Leone X (a. 1513).2 Circostanza codesta che dovette essere accompagnata certamente dal

studio, non estraneo alla influenza di Leonardo.

Sodoma: San Michele. Parigi, Louvre
(Fotografia Giraudon)

1 Vedi Arte italiana del Rinascimento, Milano, Du-

molard edit., 1891, pag. 103.

Vedi come sopra, pag. 136 e seg.
 
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