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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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Ciaccio, Lisetta: Scoltura romana del Rinascimento, [2]: primo periodo (sino al pontificato di Pio II)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0397
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356

LISETTA GIACCIO

Vi ritroviamo ia solita modellatura del viso dall’ovale qùadro, la distanza notevole fra
gli occhi e la bocca, gli occhi'senz’iride, slargati, le labbra-gròsse, ermeticamente chiuse,
sporgenti, del' tutto scoperte, la breve -frónte su córsi1 dipartono'in tutte le direzioni, tranne
che verso il basso, le pesanti ciocche lanose dell’abbondante chioma. Anche nel panneggio
notiamo le pieghe piatte e diritte della parte superiore delle figure degli Apostoli, e le ma-
niche a fitte piegofine del San Giorgio e dell'apostolo n. 51.

Le grandi proporzioni di questa figura ritratta quasi al naturale, non tornano a vantaggio
dell’arte dello scultore avvezzo a trattare figurette alte circa tre quarti di metro : la testa
appare straordinariamente sproporzionata al corpo per grandezza, le spalle sono inverisimil-
mente gracili, la capigliatura assume l’aspetto quasi di una criniera leonina ; il panneggio
non ha alcun bel motivo. Per contrario sono abbastanza ben trattate le cinque grasse faccette
di cherubini, che ritraggono con naturalezza bimbi prosperosi.

Il frammento è generalmente considerato avanzo del monumento del cardinale Eruli
di Narni (j 1484): ma, anche prescindendo dallo stile della scultura, che assolutamente non
ci permetterebbe di riportarla ad un tempo così tardo, è evidente l’assurdità di una tale
tradizione, in quanto il frammento non corrisponde per nulla al disegno che del monumento
ci ha serbato il Grimaldi; 1 laddove il rilievo centrale ivi ritratto, rappresentante Cristo
benedicente, seduto sulle nuvole, in atto di posare un piede su una testa di cherubino, esiste
realmente nelle Grotte vaticane sotto il n. 223, erroneamente attribuito alla tomba di Nicolò V,
il quale inoltre è lavorato nello stesso stile di Giovanni Dalmata che informa tutte le altre scol-
ture superstiti del monumento del cardinale Eruli.

Purtroppo, negato che il frammento appartenga a questo sepolcro, non ci è possibile
stabilire da quale altro monumento esso sia derivato : tuttavia con ogni probabilità lo dob-
biamo ritenere opera eseguita sotto il pontificato di Callisto III o durante i primi anni di
quello di Pio II, cioè fra il 1455 e il 1460 circa.

(Continua). Il SET LA ClACCIO.

Mss. cit., pag. 292?-.
 
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