IL AÌASTELLETTA
177
Nelle due grandi tele poi, e specialmente in quella dove il Santo risuscita il giovane
Orsini, che è la più bella, vi è una grazia, una eleganza e leggerezza di linea e di colore
tutta settecentesca. Le figure del primo piano paiono quasi sollevarsi nel vento tanto sfiorano
il suolo leggere e vaporose nell’ indecisione dei contorni e nella soavità dei rosa, dei gialli,
dei verdognoli delicatissimi; il cavallo infuriato di forme classicheggianti ha poi al collo un
Fig. 2 — Il Mastelletta: La battaglia di Muret. Bologna, San Domenico.
gran fiocco rosa, quasi che il mite pittore abbia voluto raddolcire con quel gentile motivo la
violenza della scena.
Nel gruppo del Santo che risuscita il morto e dei circostanti il pittore ha anche accenti
di sincera e verace commozione, come nella dolorante e pur speranzosa che sostiene il morto,
lui pure pieno d’abbandono; nell’ultima a sinistra che a mani giunte sospira il momento del
prodigio e pende da ogni gesto del Santo ; nel giovine chinato alla destra di lui colle braccia
incrociate sul petto tutto compreso di fede. Sono scarsi esempi in così vasta composizione,
ma tali da provare che anche il Mastelletta era tutt’altro che privo di osservazione e di ac-
L‘Arte. XV, 23.
177
Nelle due grandi tele poi, e specialmente in quella dove il Santo risuscita il giovane
Orsini, che è la più bella, vi è una grazia, una eleganza e leggerezza di linea e di colore
tutta settecentesca. Le figure del primo piano paiono quasi sollevarsi nel vento tanto sfiorano
il suolo leggere e vaporose nell’ indecisione dei contorni e nella soavità dei rosa, dei gialli,
dei verdognoli delicatissimi; il cavallo infuriato di forme classicheggianti ha poi al collo un
Fig. 2 — Il Mastelletta: La battaglia di Muret. Bologna, San Domenico.
gran fiocco rosa, quasi che il mite pittore abbia voluto raddolcire con quel gentile motivo la
violenza della scena.
Nel gruppo del Santo che risuscita il morto e dei circostanti il pittore ha anche accenti
di sincera e verace commozione, come nella dolorante e pur speranzosa che sostiene il morto,
lui pure pieno d’abbandono; nell’ultima a sinistra che a mani giunte sospira il momento del
prodigio e pende da ogni gesto del Santo ; nel giovine chinato alla destra di lui colle braccia
incrociate sul petto tutto compreso di fede. Sono scarsi esempi in così vasta composizione,
ma tali da provare che anche il Mastelletta era tutt’altro che privo di osservazione e di ac-
L‘Arte. XV, 23.