UN’OPERA SCONOSCIUTA
DI LEON BATTISTA ALBERTI
LEON Battista Alberti fu a Ferrara una prima volta nel 1438, quando nella città si teneva
_j concilio alla presenza del papa Eugenio IV e dell’imperatore Giovanni Paleologo. Il sapiente
architetto era stretto d’amicizia con Lionello d’Este, e gli aveva già dedicato la commedia
Philodoxios, ma in quel primo soggiorno nella capitale degli Estensi, l’Alberti non si dedicò,
a quanto pare, alle arti del disegno. Urgevano allora le questioni chiesastiche e l’artista si
Fig. 1 — Facciata del tempio malatestiano. Rimini.
arrese alla tendenza del momento scrivendo il Teogenio e cominciando per il patriarca di Grado,
Biagio Molino, un’opera Intorno alle vite dei martiri.
Nel secondo soggiorno di Leon Battista Alberti a Ferrara ( 1443-1444), il maestro fu ben
contento di applicarsi alle arti figurative. Frasi fatta una gara per l’erezione di un monumento
a Niccolò III e concorrevano Antonio di Cristoforo e Niccolò Baroncelli di Firenze. Regnava
una grande incertezza nell’aggiudicare all'uno o all’altro la palma, e allora fu chiamato arbitro
il grande Fiorentino. Questi scriveva in proposito a Lionello così : « Alla soddisfazione mia
si aggiunse il piacere di trovare gratissimo motivo per esercitare l’ingegno secondo il mio
L'Arte. XVII, 20.
DI LEON BATTISTA ALBERTI
LEON Battista Alberti fu a Ferrara una prima volta nel 1438, quando nella città si teneva
_j concilio alla presenza del papa Eugenio IV e dell’imperatore Giovanni Paleologo. Il sapiente
architetto era stretto d’amicizia con Lionello d’Este, e gli aveva già dedicato la commedia
Philodoxios, ma in quel primo soggiorno nella capitale degli Estensi, l’Alberti non si dedicò,
a quanto pare, alle arti del disegno. Urgevano allora le questioni chiesastiche e l’artista si
Fig. 1 — Facciata del tempio malatestiano. Rimini.
arrese alla tendenza del momento scrivendo il Teogenio e cominciando per il patriarca di Grado,
Biagio Molino, un’opera Intorno alle vite dei martiri.
Nel secondo soggiorno di Leon Battista Alberti a Ferrara ( 1443-1444), il maestro fu ben
contento di applicarsi alle arti figurative. Frasi fatta una gara per l’erezione di un monumento
a Niccolò III e concorrevano Antonio di Cristoforo e Niccolò Baroncelli di Firenze. Regnava
una grande incertezza nell’aggiudicare all'uno o all’altro la palma, e allora fu chiamato arbitro
il grande Fiorentino. Questi scriveva in proposito a Lionello così : « Alla soddisfazione mia
si aggiunse il piacere di trovare gratissimo motivo per esercitare l’ingegno secondo il mio
L'Arte. XVII, 20.