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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 2
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Lorenzetti, Costanza: Carlo Maratti: la sua giovinezza a Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0186

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I -2

COSTANZA LORENZETTI

L’isolata figura del Santo, monumentale nella nera tonaca fratesca, risalta fortemente sugli
azzurri campi dell’aria, sul piano glauco del mare, che spazia fin nel lontano con lievi scie,
con gradi di luce sempre minori, così che nell’atmosfera d’ombra tutte le tinte sembrano dipen-
dere da quella tenebrosa massa principale.

Forse non estranea è alla creazione dell’opera geniale una risonanza di colorito dal Guer
cino, ma questa si risolve qui in una compiuta ed intima esplicazione di energie personali.

Il modellato robusto abituale si affina, acquista un’espressione artistica più profonda e sot-
tile. Mi riferisco sopratutto alla testa del Santo (fig. 14), ove il vigore delle ombre, in contrasto
con le luci radenti, sensibilizza i contorni e vi sprigiona un’ insolita vita.

Nell’ombra, gli occhi spenti nelle cave orbite, sollevano appena le palpebre per stupore
della soprannaturale visione e le forme del viso vi si definiscono ischelitrite quasi: mentre
nella fronte s’infossano le rughe che alla luce, sull’osso sopraccigliare, sembrano plasmate in
una sostanza madida e grassa, la stessa che forma 1 capelli e la barba del Santo. Il resto della
figura si sviluppa pure con saldezza e forza ammirabile. Egli la lavorò con grande impeto
usando impasti gagliardi, distendendovi colori con pennellate rapide, sicure, come se ogni
giro della mano fosse la determinazione istantanea di un pensiero estetico. K l’opera ne uscì
organica e vitale.

Con tali auspicii si preparava il Maratti a lottare coi più forti pittori nell’agone artistico
romano.

Costanza Lorenzetti.
 
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