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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 5-6
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Cipolla, Carlo: Ricerche storiche: intorno alla chiesa di Santa Anastasia in Verona, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0430

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RICERCHE STORICHE

INTORNO ALLA CHIESA DI SANTA ANASTASIA IN VERONA

(Continuazione, vedi fase, precedente)

, CAPO III.

Le cappelle e gli altari della crociera.

Altar maggiore. — È l’antico altare dedicato a
San Pietro Martire, il Santo domenicano vero-
nese al quale fu intitolata la nuova chiesa fin dalla sua
origine.

Lo sfondo della cappella, ossia l’abside, era illu-
minato da cinque finestroni, di cui fu chiuso quello
centrale, il maggiore, per collocarvi un’ancona rap-
presentante il Santo. Delle invetriate splendidamente
dipinte, nel secolo xvn il Pellegrini vide nel Capi-
tolo detto dei Conversi, l’immagine di San Pietro
Martire, assai grande, ma imperfetta, perchè priva
della testa. Trovò pure l’immagine di Maria Vergine,
ed un frammento di ornato a fiorami. Nel 1664, es-
sendo egli sacrista, si giovò di questi avanzi, per or-
nare la finestra della cappella di S. Vincenzo Martire.
Al tempo suo vedevansi ancora altre quattro finestre;
due non avevano altre dipinture se non ornamentali,
con la figura di un uomo che sosteneva l’arma della
città ; le due rimanenti erano invece tutte dipinte con
ornati, Santi, ecc. Nel capo II ebbi l’occasione di rife-
rire il passo del P. Pio, che attribuisce a m. Giacomo
da Ferrara, e all’anno 1463, due dei finestroni della
presente cappella «con li telari, figure e frisi» che
aveano costato 600 lire.

L’ancona collocata, come ho detto testé, nel mezzo
della cappella, sul finestrone centrale, presentava nella
sua parte centrale la figura di San Pietro Martire. Vi
era anche la Vergine col Bambino e con alcuni Santi.
Al tempo del P. Pellegrini l’ancona vedevasi ancora,
con la data 1440, e coll’indicazione eh'essa era stata
commessa da Cortesia Serego.1

1 Seeondo il Pellegrini l’iscrizione della medesima era
questa: «il nob. ms. (inesser) Marasso da Serego ha fatto
fare quest’ancona». Secondo l'Informazione anonima, essa
era affatto differente: « 1440 a 3 di Luio. E1 nobil Cavalier
messer Cortesia da Serego ha fatto far quest'ancona. Già
corno Moroson intagiador da Venesia l’ha tutta lavorada in
Venesia ». Quest’ultima dev’essere l’esatta lezione, e il Pel-
legrini pare non abbia voluto che darne il sunto.

Il conte Alberto Serego mi permise con grande
gentilezza di esaminare arinio agio il suo archivio fami-
gliare. Fra le numerose carte che vi trascrissi, figura
un fascicolo contenente, in copia, alcuni atti di un
processo svoltosi dal 14 agosto 1443 al 13 gennaio 1444
fra il cavaliere Cortesia de Serego e maestro Giacomo
Moronzon che intagliò a Venezia,2 un’ancona rappre-
sentante San Pietro Martire ; l’artista credeva di non es-
sere stato tratlato giustamente rispetto al relativo paga-
mento. Come la lite terminasse non lo sappiamo ; dopo
essersi protratta a lungo, ancora la si disputava ; ma
ciò poco importa per noi. A noi interessano le notizie
sulla costruzione dell’ancona. Nel 1437 si rifecero i
patti fra il Serego e l’artista, il che vuol significare
che prima di quell’epoca l’esecuzione dell'ancona era
principiata sopra disegno presentato dal detto maestro
Giacomo. L’ancona giunse per acqua, nella state
del 1443, al Ponte delle Navi, donde fu trasportata,
in un armadio appositamente eseguito da un fale-
gname in Verona, alla chiesa di Santa Anastasia. La
ancona fu dapprima esposta nel refettorio del convento
e quindi posta sull’altare maggiore, prestando l’opera
sua anche Dardo, pittore veronese. Addì io agosto il
Serego, recatosi ad esaminare il lavoro, lo giudicò
del tutto favorevolmente, ed in eguale modo ne rima-
sero soddisfatti quelli che erano con lui. 1 li lavoro
era stato lunghissimo, dal 1437 almeno, al 1443.

Incidentalmente, viene fatta parola in quel processo
di altra ancona che lo stesso maestro erasi assunto
di fare per la chiesa di San Fermo.

Lodovico Moscardo,2 dopo la metà del secolo xvn,
vide ancora l’ancona e ne dice: «nella cappella del-
l’altar maggiore vi è l’ancona fatta di figure di rilievo

1 In un luogo per ancona dicesi invece pala, ma eviden-
temente ciò non ha valore poiché è chiaro quale era il pen-
siero dell’artisia.

2 Veggasi la II fra le Appendici.

5 Hist. di Verona, Verona, 1668, pag. 60.
 
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