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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 4
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Longhi, Roberto: Il soggiorno romano del Greco
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0335

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IL SOGGIORNO ROMANO DEL GRECO

COME contributo agli studi sul Greco, che quest’anno hanno assunto un valore commemo-
rativo (1614), crediamo opportuno di pubblicare, perchè non ancora sfruttata, la breve e
curiosissima vita che dell’artista tesse il Mancini sovrattutto in relazione al soggiorno ch’egli
fece a Roma. Questo, in attesa della pubblicazione per intero delle vite del Mancini, cui da
varie parti si attende.

Ecco il testo cavato dal Ms. Marciano (Mss. Ital. 5571, f. 65).

« Di... detto comunemente il Greco.

« Sotto il Pontificato di Pio V.° di S. M.a venne à Roma... che per tal rispetto comune-
mente era chiamato il Greco. Questo havendo studiato in Venetia et imparticolare le cose di
Titiano era venuto à gran segno nella professione, e quel modo di operare. Onde venutosene
à Roma et in tempo che non v’eran molti huomini e quelli di maniera non così risoluta, ne
cosi fresca come pareva la sua pigliò grand’ardire, tanto più che in alcune cose private diede
gran sodisfattione. delle quali se ne vede hoggi una appresso all’Avvocato Lancilotti quale da
alcuni vien stimata di Titiano. Onde venendo l’occasione di coprir alcune figure del giuditio
di Michelangelo che da Pio erano state stimate indecenti per quel luogo proruppe in dir che
se si buttasse a terra tutta l’opera rilaverebbe fatta con honestà et decenza, non inferiore a
quella di buona dipictione. Onde provatosi tutti i Pittori, e quelli che si dilettano di questa
professione gli fu necessario andarsene in Ispagna dove sotto Filippo 20 operò molte cose di
gran buon gusto ma sopravenendovi Pelegrin da Bologna, Federico Zuccaro, et alcuni Eia-
menghi che con l’arte e con destrezza civile si portavano avanti si risolse partirsi dalla Corte
e ritirarsi... dove morì molto vecchio, et quasi che svanito nell’arte. Con tutto ciò fu huomo
in vigor d’età d’haver luogo fra i migliori del suo secolo».

^ ^ ^

Che cosa pensare di questa curiosa narrazione? L’aneddoto ha la virtù o il vizio di met-
tere in sospetto lo storico per il semplice fatto, appunto, d’esser aneddoto. Ma qui non cre-
diamo sia il caso di dubitare. Anche astraendo dalla questione della generale veridicità del Man-
cini, questa biografia non deve essere singolarmente sospettata in quanto è sorretta da molti
dati riscontrabili. Pone la venuta del Greco a Roma sotto Pio V, ed infatto la famosa lettera
del Clovio al card. F'arnese per raccomandargli l'artista giunto da poco in Roma è appunto
del 1570. E vero che il Mancini dice esser il Greco venuto in Roma già a gran segno nella
professione mentre il Clovio lo raccomanda al Farnese perchè si possa meglio perfezionare,
ma possiamo ben credere questa o un’astuzia del Clovio per ottenere più facilmente aiuto
per il suo protetto o una sua opinione personale sulla necessità del Greco di perfezionarsi. .
nel disegno; quel disegno invece che il Greco, fortunatamente, per tutta la vita, doveva consi-
 
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