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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 2
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Cipolla, Carlo: Ricerche storiche intorno alla chiesa di Santa Anastasia in Verona, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0125

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RICERCHE STORICHE

INTORNO ALLA CHIESA DI SANTA ANASTASIA IN VERONA

CAPO I.

Origini della Chiesa.

Nell 'Archivio Veneto degli anni 1879-82 uscì in luce
la mia monografia sulla chiesa di S. Anastasia,
che ora, corretta ed ampliata, torna a presentarsi al
pubblico, per cortesia del direttore dell’Arte, al quale
mi professo gratissimo.

Porgo caldi ringraziamenti alle persone amiche e
cortesi che in un modo o in un altro mi vennnero in
aiuto nella revisione. Anzi tutto ringrazio il cav. Gae-
tano Da Re, conoscitore sicuro delle cose veronesi,
che mi indicò gran numero di documenti ; delle più
importanti sue indicazioni parlerò anzi partitamente
caso per caso. Viva riconoscenza, debbo pure al ca-
valier Giuseppe Biadego, all’ing. marchese Alessandro
Da Lisca, al dott. Giuseppe Gerola, al prof. Luigi
Simeoni.

Molte obbligazioni ho a tutti gli officiali della Bi-
blioteca Comunale e degli Antichi Archivi Veronesi,
nonché dell’Archivio Notarile, dove trovai sempre ogni
agevolezza nelle mie ricerche. Soprammodo grato mi
dico anche al conte Alberto Serego, che mi aperse il
suo ricco archivio privato ; mi avvantaggiai anche dei
fondi veronesi dell’Archivio Vaticano, dove mi favorì
la molta cortesia di mons. Angelo Melampo.

La presente monografia è ben lontana dall'esau-
rire le ricerche, che anzi lascia indietro argomenti
senza numero, di scultura, di pittura, ecc. Io non ebbi
altro scopo che di raccogliere quelle notizie che pos-
sono segnare la storia generale dello sviluppo del
tempio, occupandomi quindi sopra tutto di quanto si
riferisce alla parte costruttiva.

La strada dei sepolcri entrava in città per la porta
gemina, che il Medio Evo chiamò porta (portoni) dei
Borsari.

Attraversando la città, metteva capo ad un ponte
sull’Adige caduto in età molto vetusta. Esisteva 1

1 È il ponte che setto il n. 27 vcdesi nella pianta posta
ad illustrazione del dottissimo Saggio di studi intorno alle

quando fu composi o il ritmo Pippiniano cioè si scris-
sero i versus de Verona, vale a dire al principio del
secolo ix. (M.G.H. Poetae aevi Cav., 1, 120).

Pontes lapideos firmatos super flumen Atesis
Quorum capita pertingunt in orbem ad oppidum.

Al tempo di Berengario I se ne indicavano i ruderi,
donde l’appellativo di ponte rotto.

Al pons fractus ebbi occasione di accennare più
volte. Nei lavori per la costruzione dei muraglioni a
difesa della città, contro l’impeto dell’Adige, parecchi
anni or sono, venne alla luce qualche notevole avanzo
del pons fractus ; ne fu anche riconosciuta una pila
rovesciata. Al tempo dello storico Liudprando da Cre-
mona non si parlava che di un solo ponte « ingens
marmoreus miri operis miraeque magnitudinis pons ».

Qui avverto che Liutprando è della metà incirca
del sec. x, e che presso a poco contemporaneo è il
vescovo Raterio, il cui nome si collega ad una ben
nota carta iconografica di Verona. Per questo argo-
mento rimando alla mia monografia : L’antichissima
iconografia di Verona, 1901, pag. 11-3 [Memorie del-
l'Accademia Lincei, serie V, voi. 8°).

Allato dell’antica strada romana, poco prima di
giungere al~fiume, sorgeva in tempo remotissimo una
chiesetta, dedicata a Sant’Anastasia. Le più antiche
memorie ne risalgono all’ultimo scorcio del secolo x.
Un diploma del 20 ottobre 890 di Berengario I in
favore di Roberto vasso di Agelgiso conte, jè datato :
« Actum Verona ad aecclesiam Santae Anastasiae ».'
A partire da questa data, per quasi due secoli, manca
ogni notizia sopra la chiesa di^Sant’Anastasia Ricor -

varie mura della citta di Verona scritto dal compianto An-
tonio Pompei (1885), inserto nell’Archivio Veneto, XVIII.
206 e segg., Venezia, 1879.

1 Edito prima dal Muratori, Ant. Ital., V. 363-4, e
recentemente da L. ScHlAl-ARELU, Diplomi di BerengarioI.
Roma, 1903, pag. 37, n. IX.
 
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