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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 3
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Alcune curiose notizie su Fra Luca Pacioli
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0258

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ALCUNE CURIOSE NOTIZIE

SU FRA LUCA PACIOLI

LO scolaro più celebre di Piero della Francesca fu (per la parte scientifica), Fra Luca Pacioli, pure
nativo di Borgo San Sepolcro.

È probabile ch’egli abbia studiato con Piero quando questi, nella sua vecchiaia, reduce in patria,
si creò attorno un cenacolo di giovani, fervidi discepoli, per istruirli, non già nella pittura, ch’egli, per
motivo della vista indebolita, aveva ormai abbandonata, ma nella scienza dell'arte e, specialmente nella
Prospettiva di cui fu sommo maestro.

Il Vasari, che di Piero scrisse molte inesattezze, afferma che il grande maestro in età ancora matura,
« per un catarro acciecò »; ma di ciò è da dubitare seriamente, perchè tutto prova il contrario: l’affresco
da lui dipinto nel 1478 (ora sparito); la dedica del Libellus scritta nel 1482, ove non allude affatto a
tale infermità; ed il suo testamento stesso in cui si dichiara sanus mente et corporei

Un prezioso documento inedito, ritrovato recentemente neH’Archivio di Sansepolcro — un antico
registro del 1474-76 tenuto Sotto al priorato di Pier della Francesca — viene ora a provare non solo
ch’egli tenne l’ufficio di Priore durante quei due anni, ma anche che non poteva essere in quegli anni
cieco, perchè una tale carica difficilmente sarebbe stata conferita ad uno afflitto da simile infermità!
E Piero allora aveva cinquantotto anni, se nato, come si crede, nel 1416; egli era dunque più che in
età matura!

È probabile, invece, che nel triste crepuscolo della sua vita, il maestro venerando abbia sofferto
di un indebolimento di vista, e che perciò, impedito a dipingere, egli si sia dato esclusivamente ai
suoi studi scientifici che lo avevano sempre attratto.

E Luca Pacioli, allora giovane frate nel convento di San Francesco, del nativo borgo, si .sarà
certamente valso con gioia dei preziosi insegnamenti dell’illustre vegliardo traendone profitto, come lo
prova il suo Trattato della Prospettiva scritto più tardi.

Oggi che le rivendicazioni sono in voga, anche Fra Luca Pacioli è stato purificato dall’accusa
mossagli dal Vasari di plagio, cioè d’essersi appropriate tutte le fatiche di quel buon vecchio.

Ma un’altra simile accusa gli fu lanciata contro da Giovanni Targioni, il quale, nel secondo volume
dei suoi Viaggi, stampati in P’irenze nel 1768, afferma che «Luca Pacioli in una vasta aritmetica che
diede alla luce, tolse le migliori cose di Leonardo Fibonacci Pisano, le cui opere manoscritte si conser-
valo alla Magliabecchiana ».

In ogni modo, nella sua opera: De divina Proportione, stampata nel 1509, Luca parlò con lode
del lavoro sulla Prospettiva del suo maestro Piero, dichiarando che l’avrebbe fatto stampare quanto
prima.

E sembra ch’egli mantenesse quel suo intento, perchè Giuseppe Bossi, circa il 1818, scrisse in
proposito :

«... La fortuna mi ha reso possessore del libro sulla Prospettiva di Piero della Francesca, prezioso
codice colle figure di sua mano e con la traduzione di Matteo del Borgo; quale insomma il Pacioli lo

descrive, e nulla in esso si legge che il Pacioli abbia usurpato delle sue opere ».

Del resto, Fra Luca, che divenne poi professore di matematica a Perugia dal 1477 al 1480, ed

insegnò in seguito anche a Roma e Napoli, che fu discepolo di Piero ed amico di Leonardo da Vinci,

non poteva essere un volgare plagiario ; rendiamogli, dunque, l’onore che si merita !
 
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