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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 1
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Longhi, Roberto: "Battistello", [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0096
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ROBERTO LONCHI

torso balzante, appena trivellato da alcuni gorghi d’ombra raramente scelti, sorgente in un
caldo giallore dal calice d’argento biaccoso di un panneggio prima nascostamente strizzato a
plasticare il corpo, poi floridamente accestito in un nodo scrosciante, è cosa che supera la
mia capacità espressiva.

Come esprimere d’altronde anche la delizia dei contrapposti cromatici, quando sul nodo
candido si stampa subitamente la capigliatura di fuliggine caldissima di un manigoldo, spalla
nuda, camiciotto bianco, giubbo sfilato giallo chiaro di preziose possibilità? Quando, in se-
condo piano, nell'ombra portata due mani s’incrociano arretrate a sferzare, e l’ombra spol-
vera in piano, rapidamente, dal suo crivello finissimo, una nota d’arancione soffocato? Tale
preziosità, questa, da far ripensare spontaneamente all’origine savoldesca del motivo tanto caro
a Merisi?

Chi è adunque questo amanuense d’eccezione, il cui accento personale è qui, forse, nella
maggior liquidità impressa all’impasto e alle ombre del maestro? Le affermazioni già ricor-
date del biografo napoletano, non basterebbero ancora per farci pensare a Caracciolo. Ma v’è
qualche ragione più forte.

* * *

A Vienna, nei depositi del Museo storico-artistico, una Coronazione di spine (n. 8) è giu-
stamente determinata come d’un seguace di Caravaggio (fig. i). Il Voss 1 riunendola acuta-
mente ad una Andata al Calvario della stessa Galleria (n. 476) 2 e ad un’altra Coronazione di
spine a Monaco di Baviera (n. 1234), opere che dovremo esaminare più tardi, la esaltò come
una delle creazioni più serratamente caravaggesche che si possano incontrare, ma non si sentì
di avvicinarla ad alcuna delle personalità finora note, sebbene tendesse a crederla di qualche
allievo romano od operante a Roma. S’egli avesse conosciuto le opere napoletane del Merisi
non avrebbe di certo tardato ad accorgersi che anche il torso e la testa del Cristo incoronato
di spine, a Vienna, sono poco più che una copia libera daH’originale di Caravaggio in San
Domenico, oltre a fare il paio come resa tecnica con l’opericciola di Catania.

E quale copia! In un certo senso si potrebbe dire, e il Voss l’ha detto, che l’opera di
Vienna va oltre Caravaggio stesso. L’alternazione dei piani direttivi della luce e dell’ombra
vi è costruita con una vigoria eccezionalmente intensificata di fonte luminosa, e gli scorci
violentissimi che devono incrociare e incuneare i volumi del quadro raggiungono un’efficacia
sommamente astrattiva e indipendente ormai dalla brutalità dell’azione.

Quale cernita rigorosa e profonda delle cose da illuminare o da adombrare! Da sinistra
a destra: la prima scia luminosa pettina le piume, uni falce sottile d’orecchia basta a sugge-
rire tutta l’inclinazione di un viso nascosto, una gorgera emersa, due rigature sur una corazza
semplice, la ripresa sullo sbuffo di manica e sul regolo di legno semplice e nudo; poi lo
sbocciare, in alto, di una spalla nuda, bugnata di rari e scelti accenni plastici presso un viso
rilevato con forza e sobrietà indicibili; infine lo scavo solenne del Cristo scoccando alla luce

1 Voss, Italienische Gemdlde des 16 u. iy Jahrhun-

derts in d. Gal. des. Kstliist. Hofm. zu Wien, in Zeits.
f. Bild. Kst., 1912, pag. 62-67. Che l’opera sia stata
comperata a Roma non significa nulla poiché opere
del Caracciolo dovettero venire da Napoli a Roma
forse con l’artista stesso. Vedi per esempio Monte-
latici, Villa Borghese, Roma, 1700, pag. 258. « La
Santa Caterina da Siena coronata di spine in atto di
orare davanti al crocefisso è del Battistello di Napoli ».
Inoltre è notevole il docum. del 24 luglio 1609: «Il
duca di Scognano (forse Sicignano?) paga DA 30, a
Gio : Battista Caracciolo a comp.t0 di DA 50, per il

prezzo di un quatro di pittura di nostro Signore fla-
gellato alla colonna...*. Anche senza voler mettere
questa memoria in relazione con l’opera di Catania o
con le copie caravaggesche citate dal De D. ecco
Caracciolo nei primordi della sua attività intento a
trattare il soggetto del dipinto di Caravaggio a Na-
poli. (Il docum. è pubblicato dal D’Addosio: Docum.
inediti d'artisti nap. del XVI e XVII sec., in Arch.
stor. nap., 1913, I, 39).

2 Devo le fotografie delle due opere di Vienna alla
grande cortesia del direttore del Museo Reale dottor
Gustavo Gliick.
 
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