Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 26.1923

DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:
Biagi, Luigi: Di Bartolommeo Ammannati e di alcune sue opere
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17343#0081
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
DI BARTOLOMMEO AMMANNATI E DI ALCUNE SUE OPERE

59

un suo disegno del quaderno Riccardiano (fig. 12), posto di fronte al modello « di Giorgio ».
All'Ammannati non doveva piacere la linea continuata dell'architrave e divisò di inter-
romperla con la solita arcata che si slanciava in alto chiusa da una grossa chiave smen-
solata, venendo così a interrompere la continuità della linea vasariana; egli inoltre non
approvava le nicchie dei piloni che gli sembravano togliere ad essi stabilità. Avea imma-
ginato invece di far sporger da questi due grossi pilastri a cui corrispondevano al di-
sopra due mensoloni; infine aveva coronato il progetto con un terzo ordine in cui si apri-
vano piccole finestre con una semplice incorniciatura. 1

L'altra grande opera di questi anni, ordinata dall'illuminato dispotismo di Cosimo
e da lui seguita in tutte le sue fasi, con la stessa cura di un'operazione di guerra, fu

™"J1

* 4

OD

1 Ir I I l l'i i <i il il i.

Fig. 12. — Disegno dal ms. Riccardiano,
c. II 120.

l'ingrandimento del Palazzo Pitti. Ormai l'Ammannati era ben accetto al Duca ed anche
ad i suoi cortigiani come un uomo pratico e tenace, come un artista la cui maniera si
conformava bene allo spirito chiaro e rigoroso di Cosimo. Fra i dipendenti del Duca
ebbe relazione specialmente con Chiappino Vitelli, comandante delle truppe fiorentine
nella guerra di Siena, eroico vincitore nel 1555 dei turchi sbarcati a Piombino. In una
lettera del 1559 l'Ammannati lo chiama « suo padrone ».a Fu infatti il suo secondo pro-
tettore; lo accolse fino al 1563 in casa sua e gli dette varie commissioni, che si devono
riferire specialmente agli anni 1559-61 in cui il Vitelli fu più spesso a Firenze. Possedeva
la casa che dai Bini era passata a Dianora vedova di Cornelio Altoviti, dalla quale egli
l'aveva acquistata nel 1547. H fabbricato poi ritornò di proprietà dei Bini e infine dei
Torrigiani ed è oggi la sede del Museo di Storia Naturale in Via Romana.3 II Vitelli,

1 Ms. Riccardiano c. 472. 1547. a rogito Ser Piero Dall'Orafo. Si trova de-

2 Due lettere dell'Ammanitati, per nozze, 1869. scritta fra i beni di Chiappino Vitelli, nel Registro

3 La vendita avvenne precisamente il 27 ottobre della Decima dell'anno 1558, Arroto 171, dell'Ar-
 
Annotationen