STATUA DI CLAUDIO TROVATA IN SUSA
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Non mancano altre statue di questo imperatore, state
rinvenute fuori di Roma, e che devono essere state innal-
zate durante il suo regno. Ne il regno di Claudio poi fu così
inglorioso e poco provvido, specialmente per le provincie,
perchè solo l'adulazione verso il regnante abbia consigliato
alle città di erigergli statue. Gli storici ed i satirici hanno
narrato e deriso la balordaggine, la debolezza, l'incapacità di
Claudio, rese tanto più evidenti ove si stabilisca un confronto
colle doti di cui era ornato il fratello Germanico. E certa-
mente Claudio, sebbene d'indole benigna ed amante degli
studii, non diede prova di quel senno e di quella fermezza,
per cui altri Cesari andarono distinti. Vero è che durante
il suo regno i liberti ebbero immenso potere, che le brut-
ture più infami si commisero da una Messalina, che poscia
un'Agrippina ebbe assoluto impero sul principe, e che molti
atti di crudeltà e di rapina furono da lui se non commessi,
almeno tollerati o non impediti, ne puniti. Ma non è men
vero che sotto il regno di Claudio si promulgarono non poche
leggi importanti, che Roma e le provincie furono arricchite
di utili e splendide opere, che le armi romane non vennero
meno all'antica loro fama in Africa, in Britannia, in Germania
ed in Oriente e che infine, coli'estendere con prudenza il
diritto di cittadinanza e coli'ammettere provinciali nel se-
nato, Claudio si mostrò informato a saggi principii politici.
Nel nostro Piemonte poi, e specialmente in Susa, Claudio
dovette essere ben visto ed a lui si dovette dimostrare gra-
titudine. Augusto, debellati i popoli alpini, aveva conservato
a Cozzio, figlio del regolo Donno, lo stato paterno, col
titolo di prefetto, concedendogli la cittadinanza romana, per
ricompensarlo dell' aver parteggiato per Roma (1). A Marco
(1) E Cozzio in Susa innalzava ad Augusto quell' arco, nell' iscrizione
del quale prende il nome di M. Iulius regis Donni f(ilius) Cottius
praefectus ceivitatium quae subscriptae sunt, ecc.
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Non mancano altre statue di questo imperatore, state
rinvenute fuori di Roma, e che devono essere state innal-
zate durante il suo regno. Ne il regno di Claudio poi fu così
inglorioso e poco provvido, specialmente per le provincie,
perchè solo l'adulazione verso il regnante abbia consigliato
alle città di erigergli statue. Gli storici ed i satirici hanno
narrato e deriso la balordaggine, la debolezza, l'incapacità di
Claudio, rese tanto più evidenti ove si stabilisca un confronto
colle doti di cui era ornato il fratello Germanico. E certa-
mente Claudio, sebbene d'indole benigna ed amante degli
studii, non diede prova di quel senno e di quella fermezza,
per cui altri Cesari andarono distinti. Vero è che durante
il suo regno i liberti ebbero immenso potere, che le brut-
ture più infami si commisero da una Messalina, che poscia
un'Agrippina ebbe assoluto impero sul principe, e che molti
atti di crudeltà e di rapina furono da lui se non commessi,
almeno tollerati o non impediti, ne puniti. Ma non è men
vero che sotto il regno di Claudio si promulgarono non poche
leggi importanti, che Roma e le provincie furono arricchite
di utili e splendide opere, che le armi romane non vennero
meno all'antica loro fama in Africa, in Britannia, in Germania
ed in Oriente e che infine, coli'estendere con prudenza il
diritto di cittadinanza e coli'ammettere provinciali nel se-
nato, Claudio si mostrò informato a saggi principii politici.
Nel nostro Piemonte poi, e specialmente in Susa, Claudio
dovette essere ben visto ed a lui si dovette dimostrare gra-
titudine. Augusto, debellati i popoli alpini, aveva conservato
a Cozzio, figlio del regolo Donno, lo stato paterno, col
titolo di prefetto, concedendogli la cittadinanza romana, per
ricompensarlo dell' aver parteggiato per Roma (1). A Marco
(1) E Cozzio in Susa innalzava ad Augusto quell' arco, nell' iscrizione
del quale prende il nome di M. Iulius regis Donni f(ilius) Cottius
praefectus ceivitatium quae subscriptae sunt, ecc.
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