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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 4.1883

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Bassi, Domenico: Di una statuetta del sonno che si conserva nel Regio Museo Torinese di Archeologia e del suo mito nell'antichità
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https://doi.org/10.11588/diglit.11586#0195

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DI UNA STATUETTA DEL SONNO

in modum hirundìiium advolare, non ut columbae alis
plaudere » (i) ; ma si può osservare collo Jahn (2), che
in queste parole di Frontone non si fa cenno dei vanni al
capo, ne delle ali alle spalle, che sono proprie della mag-
gior parte delle rappresentazioni del dio, e quindi non è
da prestare gran fede allo scrittore latino. Piuttosto si può
credere da una frase di Ovidio, positis e corpore pen-
nis (3), che si riferisce però non a Somnns, ma a
Morfeo, che il poeta dei Tristi pensasse non ad ali in-
nate, ma ad ali, che il dio poteva attaccare e distaccare
a suo piacimento dalle membra; la qua! cosa ci spie-
gherebbe perchè in alcuni monumenti, sebbene rarissimi,
Hypnos e Somnns è rappresentato privo di ali.

Di ali è fornito il nostro dio quando ha l'aspetto e
di un vecchio dalla barba lunga e per lo più aguzza, e
di un efebo dalle svelte movenze, e di un fanciullo in
preda al sonno con tutte le membra atteggiate al dor-
mire; e con una benda in tutti e tre questi casi, ma più
specialmente nei due primi, egli ha cinto i capelli, che
per lo più in due nodi gli ricadono in forma di due bei
ricci dietro le orecchie. A differenza delle ali, la benda
non ha alcun significato simbolico e serve unicamente
per annodargli le lunghe chiome, talvolta cinte di fiori
e di frondi, e in un'impronta gemmaria, che sarà ricor-
data a suo luogo, di una corona* di alloro; quindi non
è, questa benda, che un semplice ornamento, un capriccio
dell'artista, il quale tuttavia può valersi talora di essa,

(1) De feriis Ah., p. 143, Nieb. 213, edizione romana.

(2) Cfr. Kriiger, 1. c.

(3) Met. XI, 652.
 
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