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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 4.1883

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Bassi, Domenico: Di una statuetta del sonno che si conserva nel Regio Museo Torinese di Archeologia e del suo mito nell'antichità
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https://doi.org/10.11588/diglit.11586#0207

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DI UNA STATUETTA DEL SONNO

20 I

ghiro troviamo anche la lucertola e specialmente il ra-
marro e la farfalla.

La lucertola, come fa osservare il Visconti (1), ag-
giunta ad alcune imagini di Mercurio, ad Amore dor-
miente, ad Apollo, nume del vaticinio e degli indovini,
allude, collocata presso ad Hypnos e Somnus, alle predi-
zioni, che in sogno credevansi dagli dei comunicate ai
mortali.

Il ramarro può anch'esso significare — riferisco ancora
qui le parole del dottissimo archeologo (2) — i presagi,
che gli uomini d'ogni secolo e nazione si son lusingati di
poter ritrarre dai sogni, come parrebbe dimostrare il fatto
ricordato da Pausania, che la statua dell'indovino Trasi-
bulo in Olimpia non aveva altro simbolo della sua profes-
sione che un ramarro, il quale sembrava strisciargli dall'o-
mero verso l'orecchio; mentre d'altra parte si sa (3), che
gli antichi credevano il ramarro custodisse i dormienti e li
destasse, quando vedeva loro appressarsi qualche animale.

Ne meno significativo degli emblemi della lucertola
e del ramarro è quello della farfalla. O che l'accostarsi
del sonno — mi servo nuovamente delle parole del Vi-
sconti (4) — quasi insensibile sia stato paragonato al
leggier volo della farfalla, o che vi stia quale simbolo
dell'anima umana, che per virtù del sonno sembrò li-
bera dai lacci della materia, e più capace di conversare
colle sostanze spirituali e divine; alle quali parole credo
che nessuno troverà modo di contraddire. Infatti non vi

(1) Museo Pio dementino, Voi. Ili, tav. XL1V, p. 190 e seg. (194).

(2) L. c. (193).

(3) La bus, Museo della Reale Accademia di Mantova, 1. c.

(4) L. c. (192-193).
 
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