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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 4.1883

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Bassi, Domenico: Di una statuetta del sonno che si conserva nel Regio Museo Torinese di Archeologia e del suo mito nell'antichità
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https://doi.org/10.11588/diglit.11586#0208

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è, che io sappia, altro animale alato, il cui volo sia cosi
leggiero come quello della farfalla, e per ciò che riguarda
la sublimazione dell'anima nel sonno, simboleggiata da
questo grazioso insetto, mi accontenterò di richiamare
l'attenzione del lettore sul verso di Dante:

[noi Siam vermi)
nati a formar l'angelica farfalla (i).

Eziandio i serpenti, che talora in numero di due cir-
condano il corpo di Hypnos e Somnus, abbandonato al
sonno, hanno la loro ragione di essere. Come il ramarro
i due rettili proteggono il dolce riposo del Nume, poiché
gli antichi riputavano che essi, presso i dormienti, com-
piessero l'ufficio, che abbiamo veduto essere proprio del
ramarro, e quindi i loro artisti ne fregiarono alcune ima-
gini del nostro dio. E che tale fosse appunto l'idea degli
antichi, risulta chiaramente dalle prove seguenti, che mette
avanti il Labus (2) e che io riferisco qui, lieto di
poter spesso ricordare il nome dell'illustre archeologo:
Euripide ci dice che Athena mise a guardia di Erittonio
due serpenti; Plutarco scrive che Fidia appose il serpente
al simulacro di Pallade, per dinotare che le vergini hanno
bisogno di custodia; nel vaso del duca di Costanzo all'A-
quila il serpe difende la fonte Aretiade , e infine il serpe
raffigura il genio protettore delle persone e dei luoghi, e
perciò è riprodotto a ogni angolo delle strade e quasi
in ogni casa di Pompei.

E questa notizia per noi importante segni la fine della
breve rassegna degli emblemi, dei simboli di Hypnos e
Somnus, che io aveva in animo di fare, prima di passar

(1) Purg. X, 124-125.

(2) Museo della R. Accademia di Mantova, 1. c.
 
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