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Bullettino di archeologia cristiana — 2.1864

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Nr. 9 (Settembre 1864)
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Una memoria dei Cristiani in Pompei
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https://doi.org/10.11588/diglit.17351#0078

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— 70 —

città verso il fiume Sarno, ove probabilmente i Giudei
abitarono, si troveranno i desiderati indizi di cristia-
nesimo. E che veramente una sinagoga giudaica abbia
esistito in Pompei, parmi confermato da uno dei così
delti programmi per l'elezione dei magistrali, nel quale

10 stimo ci sia rivelata la denominazione medesima
di quella sinagoga. Nei giornali degli scavi di Pompei
divulgati dal eh. Fiorelli (1) sotto il dì 1 Settembre 1764
si legge : « nella strada della città dopo la porta (detta
» dei teatri) si scoprì la seguente iscrizione in let-
» tere rosse : »

CVSPFVM ■ PANSAM
AED • FARFVS • EVPOR • PRINCEPS
LIBERTINORVM

(Cuspium Pansam aedilem (facit) Fabius etc.) Ora co-
testo Fabius Eupor princeps libertinorum è per me
l'arconte della sinagoga di Pompei. Imperocché i li-
bertini nel senso romano e legale di quel vocabolo,
cioè i cittadini di origine libertina, non costituirono
giammai un corpo , ed ancor meno ebbero un prin-
ceps del loro ceto. Ma d'una, synagoga, quae appella-
tur libertinorum, è fatla menzione negli alli degli apo-
stoli insieme a quelle degli Alessandrini e de' Gire—
nensi (2) : e sono noli gli arconti delle sinagoghe,
che latinamente bene si chiamano prìncipes. Scriven-
do io lungi dalle mie carie e dai miei libri, non
posso diffondermi quanto sarebbe opportuno per con-
fermare questo punto , che parmi assai importante ,
che cioè Fabio Eupore fu arconte della sinagoga dei
Libertini in Pompei. Ma quello, che ne ho detto, po-
trà forse bastare a persuadere la verità dell'opinione
mia. E qui ricorderò anche, che il eh. Mincrvini ha
raccolto gli indizi e le prove degli Alessandrini in nota-
bile numero stanziati in Pompei (3). Talché essendo stato

11 cristianesimo generalmente predicalo nelle sinagoghe,
ed essendosi il vangelo assai presto diffuso in Alessan-
dria, ove poi ne fiorì la scuola più famosa, la presen-
za d'una sinagoga di Libertini e di molti Alessandrini
in Pompei ci induce a credere, che la dottrina cri-
stiana anch' ivi fu annunziala, e dovè, come in ogni
alli o luogo, incontrare le contraddizioni dei Giudei
e l'odio cieco del volgo dei pagani. I capi dei Giudei
di Roma dissero all' apostolo Paolo, che alla setta dei
Cristiani nelle sinagoghe di tutto il mondo si con-
traddiceva (i) : al volgo pagano, per testimonianza di
Tacito, i Cristiani erano per (lagitia invisi (5). Egli
è adunque ad aspettare, che in Pompei si troveranno
memorie e della fede in Cristo e delle derisioni e ca-
lunnie, alle quali quella fede ovunque fu segno fin
dal suo primo apparire nel mondo giudaico, greco e
romano.

Ed in fatti nel 1862 sulla parete d'una grande
slanza posta nella via, che costeggia le terme Stabia-
nè, furono vedute molte lettere leggermente tracciate

(1) Fiorelli, Pompeianarum antiq. hisloria T. 1, p. 160.

(2) Act. VI, 9.

(3) Bull. ardi. uap. 2 serie T. Ili p. 59-59, 79.

(4) Act. XXVI11, 22.

(5) Annal. XV, ti.

col carbone ed assai svanite, nelle quali parve fosse
alcuna menzione dei Cristiani. Il eli. sig. Kiessling
ne divulgò la nolizia nel Ballettino dell' Istituto di
corrispondenza archeologica (1); e scrisse, che dopo
due righe da lui non deciferate, egli aveva veduto le
tracce seguenli :

P-G • VI GAVDI . . . HRISTIANI
8X SIGV • SO . . . OMIS

Il reslo era illegibile, tranne alcune lettere, che non
danno senso. Il dotto editore di questa importante epi-
grafe tentò d'interpretare soltanto la linea, ove pare,
che sieno nominali i Cristiani ; e stimò di poterla ri-
durre a buona lezione così : igni gamie Christiane.
Nelle quali parole egli riconobbe un' allusione alla
prima e famosa persecuzione contro i Cristiani ordi-
nata da Nerone. L'annunzio d'una scoperta sì nuova
e sì importante nulla commosse gli archeologi e gli
studiosi della storia ecclesiastica. Il modo di quel-
l'annunzio tanto dubbio lasciava nello menti dei let-
tori , che sopra cosa sì incerta non sembrava po-
tersi fare assegnamento veruno. Della lunga leg-
genda una parte soltanto era divulgata ; e di questa
medesima si proponeva una lettura arbitraria e così
discordante dalle tracce osservate e trascritte, che non
ispirava fiducia. Inoltre se era lecito cangiare GAVDI
in gamie , e . . . . CRISTIANI in Christiane , perchè
non sarebbe stato ugualmente lecito mutare il Chri-
stiani in Chrestiani? Il cognome Chrestianus derivato
da Chrestus ha esempi nell' aulica epigrafia: e benché
sia noto, che i pagani da principio ignorando il vero
senso del vocabolo Christus lo confusero con Chrestus,
e perciò i Cristiani talvolta chiamarono Chrestiani,
pure il solo dubbio che nella leggenda pompeiana,
della quale il senso era inestricabile , fosse scritto
CHRESTIANI, bastava a porci nell' incertezza, se ivi
di un uomo cognominato Crestiano , o dei Cristiani
era fatta menzione. In fine gli archeologi napoletani,
dai quali naturalmente dovevamo aspettare l'esatta e
sicura testimonianza della scoperta, s'astenevano dal
profferire la loro sentenza.

La cosa però è di tanta importanza, che non dee
essere lasciata cadere nell' obblio, senza che sia stata
attentamente discussa ed esaminata. Laonde ne ho
conferito più volte con i due luminari dell'archeolo-
gia napoletana, il Mincrvini ed il Fiorelli ; e m'ac-
cingo a pubblicare il fruito delle notizie da loro cor-
tesemente fornitemi. 11 Fiorelli medesimo, sotto la cui
sagace direzione applaudita da tutta l'Europa quelle
lettere rividdero per breve ora la luce , me ne ha
mostrato il sito ; ma per quanto io abbia appuntato
l'occhio per scorgerne qualche traccia, vano è stato
ogni mio sforzo : più non ne rimane vestigio. Il dotto 1
scopritore m'ha narralo, che egli vide e conobbe es-
sere ivi state scritte ad un tempo medesimo in tre

(1) Bullett. dell' l?t. di corrisp. arch. 1862 p. 92.
 
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