Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino di archeologia cristiana — 2.1864

DOI Heft:
Nr. 10 (Ottobre 1864)
DOI Artikel:
Monumenti cristiani recentemente scoperti in Como
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17351#0087

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
— 79 —

Avuta questa lezione esatta e ragionevole, ne venne facilis-
sima la versione che spedii a quel sacerdote : « Qui giace il
« partecipe di beata sorte in pace Banncja figlio di Arbelo del
a castello di Achemenc, della provincia di Apamea, vissuto
« poco più di anni sessanta; morì nel consolato di Vincenzo
« e di Fravita uomini chiarissimi nell'indizione XV , nel
« mese di Novembre, undici dì avanti alle calende romane. »
E colla versione spedii pure alcune brevi note sul EYMT-
PTTHC, sulla forinola MIKPO IIÀOYC, sull'aggiunta di
PtòMAICON alle calende ; recando spiegazioni ed esem-
pi. Ma poiché sono già passati due mesi e non vidi data
alla luce questa epigrafe preziosa assai per molti capi, cre-
do bene trasmetterla a voi, perchè la pubblichiate nel vo-
stro benemerito Bullcttino ecc ....

Vi aggiungo della stessa chiesa di s. Carpoforo un epi-
taffio latino dell'anno 453.

GERONTIVS V. C. FILIVS GERONTI
V. C QVI V1XIT IN HOC SECVLO AN
NOS PL. II. LXV. M. I. D. I. RECESS1T
SVB DIE PRD. IDVS MAIAS P. C.
HERCVLAM V. C. IND. VI.

Credo che sia inedito : io lo copiai dall'originale, che è in
diversi pezzi di marmo riuniti e incastrati nella parete del
descenso al sotterraneo di s. Felice.

Non dee fare maraviglia, che sollo la basilica
di s. Abondio se ne sia trovata una più antica ; sif-
fatte scoperte avvenendo assai spesso : e n' abbiamo
ora sott' occhio il famoso esempio della basilica co-
stantiniana di s. Clemente ridotta a servire di fon-
damento a quella, che le sorge sopra. Delle due ba-
siliche di Como ricordate nelle relazioni sopra trascritte
spero che ci daranno accurate notizie i dolli di quella
città : io restringerò il mio commento alle iscrizioni,
e precipuamente alle loro date consolari. E nel ragio-
narne seguirò 1' ordine cronologico.

Assai ricca d'epigrafi cristiane della seconda metà
del secolo V e della prima del sesto è la città di Como;
la quale alla ricchezza , di che già menava vanto ,
aggiunge ora questa novella serie, con il greco titolo
dell' anno 401 , il più antico di quanti epitaffi con-
solari comensi fino ad ora conoscevamo. Esso segna
T anno col consolalo di Vincenzo e di Fravita e col-
1' indizione XV nel mese di Novembre. Le quali date
esattamente convengono con la storia e con la crono-
logia. Vincenzo fu promulgato console in Roma ai
primi di Gennajo; ed il suo nome solo apparisce nei
monumenti romani fino al mezzo Febbrajo in circa (1).
Uno de' quali al nome del console e del mese aggiun-
ge anche quello della festa del giorno, che qui non
posso ommettere di ricordare ; essendo appunto il na-

tale Suteridis, cioè della martire parente di s. Ambro-
gio, di che tanto ho parlato nell' articolo precedente,
festeggiata nel dì 11 Febbrajo. Ma circa il mese di
Marzo fu promulgato in Roma anche il console no-
minato in Costantinopoli ; cioè quel Fravita generalo
dell' esercito di Arcadio, di nazione Goto, la cui morte
violenta impalala falsamente da alcuni moderni a s. Gio-
vanni il Crisostomo, nel ballettino dello scorso anno
(p. 61) ho dimostralo essere stata opera di Giovanni
conte delle largizioni. Dopo promulgato in Occidente
il nome di lui, 1' anno fu designato con l'intera coppia
consolare; e ciò dimostrano le iscrizioni romane (Le.
n. 496-502), la seguente conservala in Osimo nel
museo Bellini :

..........A

........NVS

.........EN

.........QVI

......ANN1S

P. M. XXXVIII
SEPVLTVS EST
DEP.V.RAL. MAIAS
VINCENTIO . ET
FRAVITO . COS

e quella che ora ci rende la basilica di s. Carpoforo
in Como. Non entrerò a discutere le varietà nell' or-
tografia del nome di Fravita, che sarebbe ricerca mi-
nuta o nojosa ; chiamando t" attenzione mia cose più
importanti notate nell' epitaffio letto dal Riraghi. Quivi
1' anno è segnato colla coppia de' consoli e coli' in-
dizione rinnovata nel Settembre ; imperocché nel 401
fino a tutto 1' Agoslo corse Y indizione non XV ma
XIV. Ora niun ricordo noi avevamo fino ad ora del-
l' indizione in epigrafi del secolo quarto ; e la più
antica del secolo quinto, che no facesse menzione, era
dell' anno 423 (1). Laonde la novella scoperta ci dà
il primo esempio dell' indizione segnala in lapide fino
dagli esordii del quinto secolo.

Nei prolegomeni alle iscrizioni cristiane (p. XCVII
e segg.) ho dimostrato, che l'uso delle indizioni fu
dapprima adottato nell' Egitto. L' epitaffio Comcnse è
d' uno straniero e scritto da un connazionale del de-
fonto, come c' insegna il chiamarsi in esso romane le
calende del mese. Il defonto però non era Egiziano,
ma del vico Achemenio nei confini Apameni; e di qual-
sivoglia Apamea qui si parli, di che tosto dirò, ò certo
che dall' Asia e non dall' Egitto era nativo 1' onorato
con quest' epitaffio. Laonde dal nuovo monumento io
inferirei , che 1' uso commune delle indizioni comin-
cialo in Egitto si estese presto all'Asia ed allo altre
regioni orientali, e poi a poco, a poco divenne uni-
versale anche in Occidente. In quanto poi al vico Ache-
menio nei confini Apameni, del vico panni che il nome
ora si oda per la prima volla ; non così de' confini
Apameni. La formola OPCON AIIAMECÙN si logge at-

ti) lnscr. christ. T. 1 p. 212. n. 494, 495.

(1) V. Inscr. christ. 1. c. p. XCV1II.
 
Annotationen