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— 241 —
Michel più che mortai Angel divino,
Bastiano, Raffael, Tizian che onora
Non men Cador, che quei Venezia, e Urbino.
Il maggiore impulso eh’ ebbe il Vasari a biasi-
mare il Dosso, provenne dal vedere in una mesco-
lanza d’ uomini non tutti di primaria eccellenza
frammesso anche il gran Raffaello eh’ era suo mae-
stro, da lui trattato con quella dovuta estimazione
che deesi ad un professore di prima linea, ed al
sicuro superiore di sapere, e di credito a Leonardo,
al Mantegna, al Bellino, ma non cosi al Tiziano,
del quale non so quanto maggiore o minore sia la
considerazione sopra Raffaello. So bene che tutto il
mondo lo tiene in concetto, e lo venera per mag-
gior pittore della Veneziana Repubblica. Ora sia
come si voglia, i paragoni riuscendo sempre odiosi,
anche lo Scandii dopo il Vasari se ne dolse non
poco nel suo Microcosmo della Pittura (1), e con-
chiuse essere evidentissimo che quel gran poeta
esaltò a paragone de’ migliori alquanti pittori, ce-
lebri ma non mai capi d’ opera nella pittura. Que-
sto però non toglie il dovuto pregio ai Dossi, pe-
rocché il mondo che non così facilmente abbonda
di lodi verso degli uomini degni, ed allora e dappoi
sempre di questi pittori ha fatto quel conto, che
degli uomini grandi giustamente suol farsi. Non vo-
glio astenermi dall’ attribuir questa parzialità nel-
l’Ariosto all’ amor verso la nazione e la patria che
molto può negli animi onesti, e di ciò non se ne
possono dolere quanti coi Dossi egli accompagnò in
(>) Lib. I. c. 4.
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Michel più che mortai Angel divino,
Bastiano, Raffael, Tizian che onora
Non men Cador, che quei Venezia, e Urbino.
Il maggiore impulso eh’ ebbe il Vasari a biasi-
mare il Dosso, provenne dal vedere in una mesco-
lanza d’ uomini non tutti di primaria eccellenza
frammesso anche il gran Raffaello eh’ era suo mae-
stro, da lui trattato con quella dovuta estimazione
che deesi ad un professore di prima linea, ed al
sicuro superiore di sapere, e di credito a Leonardo,
al Mantegna, al Bellino, ma non cosi al Tiziano,
del quale non so quanto maggiore o minore sia la
considerazione sopra Raffaello. So bene che tutto il
mondo lo tiene in concetto, e lo venera per mag-
gior pittore della Veneziana Repubblica. Ora sia
come si voglia, i paragoni riuscendo sempre odiosi,
anche lo Scandii dopo il Vasari se ne dolse non
poco nel suo Microcosmo della Pittura (1), e con-
chiuse essere evidentissimo che quel gran poeta
esaltò a paragone de’ migliori alquanti pittori, ce-
lebri ma non mai capi d’ opera nella pittura. Que-
sto però non toglie il dovuto pregio ai Dossi, pe-
rocché il mondo che non così facilmente abbonda
di lodi verso degli uomini degni, ed allora e dappoi
sempre di questi pittori ha fatto quel conto, che
degli uomini grandi giustamente suol farsi. Non vo-
glio astenermi dall’ attribuir questa parzialità nel-
l’Ariosto all’ amor verso la nazione e la patria che
molto può negli animi onesti, e di ciò non se ne
possono dolere quanti coi Dossi egli accompagnò in
(>) Lib. I. c. 4.