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que’ suoi versi ; portato avendo egli le lodi de’ suoi
senza il vitupero degli altri , lo che non si fa dal
Vasari, il quale per innalzare i toscani, abbassa
con non poco biasmo li forestieri, come nel caso
presente, dove dichiara i Dossi piuttosto cari al
duca per le loro buffonerie che pel loro dipingere.
Mi rimetto per ciò al lamento, e ben giusto che
fanno di questa facilità di biasimare del Vasari il
Ridolfi, il Soprani, e lo Scandii, non che il Mal-
vasia medesimo (1) i quali concordemente conosco-
no la passione del Vasari verso de’ proprii nazionali,
alzandoli con istrabocchevoli encomj, e abbassando
il concetto degli altri col vituperarli, empiendo le
carte de’ nomi di que’ pittori, la fama de’ quali non
passò per avventure il margine del sepolcro, come
il Ridolfi va esagerando.
Sulla scorta di questa poca amorevolezza del
Vasari continuò il maledico viaggio Lodovico Dolce
nel suo Dialogo della pittura (2) intitolato V aretino
( dignum patella opusculum ) fatto, per quanto ap-
pare, con la direzione del gran Tiziano. Introduce
egli a parlar di pitture Pietro Aretino, e Gio. Fran-
cesco Fabrino, i quali discorrendo di Michelangelo
e di Raffaello vengono in questo proposito — Fa-
brino — So che molti hanno scritto onoratissima-
« mente di Rafaello, come il Bembo che lo mette
« eguale a Michelangelo, e scrive ciò a tempo, che
« Raffaello era giovinetto*. Il Castiglione che gli dà
« il primo luogo, e Polidoro Virgilio, che 1’ ugua-
(1) Ridolfi. Meraviglie deir arte pag. i5o, 153 , e aS?. Soprani. File de
Pittori genovesi pag. 266. Scanelli. Microcosmo pag. 3i5. Malvasia» Felsina
pittrice Part. II. pag. i5o.
(2) Dial> della pittura pag. 9.
'■
tifi
Rigelo da.”d
ijW alcuno ?
i». 0
Ialini M0
lineilo di cias
ìWÌ ài N
telò eli
Squali uno $
ip imparare a
tintala cod I
ih contrario lai
i^wtalai
«A a^rtii
'ch'liàh
se ria
W Ili :
tao,
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que’ suoi versi ; portato avendo egli le lodi de’ suoi
senza il vitupero degli altri , lo che non si fa dal
Vasari, il quale per innalzare i toscani, abbassa
con non poco biasmo li forestieri, come nel caso
presente, dove dichiara i Dossi piuttosto cari al
duca per le loro buffonerie che pel loro dipingere.
Mi rimetto per ciò al lamento, e ben giusto che
fanno di questa facilità di biasimare del Vasari il
Ridolfi, il Soprani, e lo Scandii, non che il Mal-
vasia medesimo (1) i quali concordemente conosco-
no la passione del Vasari verso de’ proprii nazionali,
alzandoli con istrabocchevoli encomj, e abbassando
il concetto degli altri col vituperarli, empiendo le
carte de’ nomi di que’ pittori, la fama de’ quali non
passò per avventure il margine del sepolcro, come
il Ridolfi va esagerando.
Sulla scorta di questa poca amorevolezza del
Vasari continuò il maledico viaggio Lodovico Dolce
nel suo Dialogo della pittura (2) intitolato V aretino
( dignum patella opusculum ) fatto, per quanto ap-
pare, con la direzione del gran Tiziano. Introduce
egli a parlar di pitture Pietro Aretino, e Gio. Fran-
cesco Fabrino, i quali discorrendo di Michelangelo
e di Raffaello vengono in questo proposito — Fa-
brino — So che molti hanno scritto onoratissima-
« mente di Rafaello, come il Bembo che lo mette
« eguale a Michelangelo, e scrive ciò a tempo, che
« Raffaello era giovinetto*. Il Castiglione che gli dà
« il primo luogo, e Polidoro Virgilio, che 1’ ugua-
(1) Ridolfi. Meraviglie deir arte pag. i5o, 153 , e aS?. Soprani. File de
Pittori genovesi pag. 266. Scanelli. Microcosmo pag. 3i5. Malvasia» Felsina
pittrice Part. II. pag. i5o.
(2) Dial> della pittura pag. 9.
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