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mente vivati con molto credito, specialmente presso
de’ principi.
Io trovo una lettera scritta da D. Alfonso d’Esle
ad Alfonso Trotto Ambasciatore del Duca di Milano
in Ferrara intorno alle molte faccende che aveva
questo insigne artefice, da che dedurre si può
quanto fosse adoperato e stimato. La lettera è questa:
« Molto magnifico sig. Alfonso amabilissimo.
« Alla relazione di colui del Dosso di che la S. V.
« mi fa instanza, le posso dire, che segondo che
« intendo da altri, che da me non le sò dire molto
« di lui ; egli fa un ritratto al sig. Duca nostro,
« et ha molto tempo che gli è attorno. A me fa
« il simigliante, e più dì sono, ni di 1’ uno ni di
« 1’ altro peranco s’ è spidito. In somma per il
« pubblico odo, che lauora, e questo è quanto le
« ne posso fare fede. Nel resto son tutto suo con
« uolonta di farle sempre piacere e seruigio. Con
« che me le offero di buon cuore, che N. S. Iddio
« la conservi.
« Ferrara li 29 Agosto 1554-
« Al servizio di V. S. sempre — Alfonso da Este ».
È probabile che il ritratto del Duca, del quale
si parla in questa lettera, fosse quello sul quale il
gran Celio Caleagnini compose questo leggiadro e-
pigramma :
Herculis Ducis imago
Exprimit in tabula Phaetontem Chous Apelles,
Sed lucem et radios non polis exprimere.
Si tua, mi Princeps, Dossus forte exprimit ora,
Virtutem et mores non polis exprimere.
noia da•
ifillore. aia
pi^re ■
lì
libali hi
i ferie e »
ìtolaio, e w
Sitai e n <
I, il quale a;
ire e del »
i«tò, anz
ide costuu
ìi aneli’ «
ile Iacea In
scannato ne
sì foie
ire l’ottenni
ne sì fon ■
feto l’ann
testo è I
’l j verissimo tit
ài Maritane;
«paltò ii t
S mentre tr:^
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^edrlrettU
Joi/jao
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mente vivati con molto credito, specialmente presso
de’ principi.
Io trovo una lettera scritta da D. Alfonso d’Esle
ad Alfonso Trotto Ambasciatore del Duca di Milano
in Ferrara intorno alle molte faccende che aveva
questo insigne artefice, da che dedurre si può
quanto fosse adoperato e stimato. La lettera è questa:
« Molto magnifico sig. Alfonso amabilissimo.
« Alla relazione di colui del Dosso di che la S. V.
« mi fa instanza, le posso dire, che segondo che
« intendo da altri, che da me non le sò dire molto
« di lui ; egli fa un ritratto al sig. Duca nostro,
« et ha molto tempo che gli è attorno. A me fa
« il simigliante, e più dì sono, ni di 1’ uno ni di
« 1’ altro peranco s’ è spidito. In somma per il
« pubblico odo, che lauora, e questo è quanto le
« ne posso fare fede. Nel resto son tutto suo con
« uolonta di farle sempre piacere e seruigio. Con
« che me le offero di buon cuore, che N. S. Iddio
« la conservi.
« Ferrara li 29 Agosto 1554-
« Al servizio di V. S. sempre — Alfonso da Este ».
È probabile che il ritratto del Duca, del quale
si parla in questa lettera, fosse quello sul quale il
gran Celio Caleagnini compose questo leggiadro e-
pigramma :
Herculis Ducis imago
Exprimit in tabula Phaetontem Chous Apelles,
Sed lucem et radios non polis exprimere.
Si tua, mi Princeps, Dossus forte exprimit ora,
Virtutem et mores non polis exprimere.
noia da•
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