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Si nota da alcuni scrittori, che oltre Dosso e Bat-
tista, fiorisse ancora un altro loro fratello, aneli’ es-
so pittore, ma da non paragonarsi, tanto che nulla
vien distinto di suo lavoro, se non se forse le più
cattive pitture, che si vedono attribuite falsamente
per cagion del cognome a’ due primi valorosi fra-
telli, i quali lasciarono viva al mondo 1’ idea del
loro forte e maestoso operare, nel Panicciati, nel
Calzolaio, e nel Dielaì, de’ quali qui dopo si farà
menzione.
Battista solo entrò nel nodo maritale con Virginia
Salimbeni e n’ ottenne un figlio per nome Vangeli-
sta, il quale applicò anch’ esso all’ esercizio del
padre e del zio, ma a nessuna delle perfezioni loro
si accostò, anzi imitò il padre più nella mala na-
tura de’ costumi che nella virtù : imperocché acca-
satosi anch’ esso con una malnata femmina, alla
quale facea trattamenti bestiali, da essa finalmente
fu scannato nel proprio letto, tanto che si disputò
se gli si dovesse dare ecclesiastica sepoltura, mà
pure 1’ ottenne nella chiesa di san Salvatore, co-
me si trova registrato nel libro all’ uffizio delle
bollette l’anno 1586 nel giorno sesto di luglio (1).
Questo è tutto ciò, che per difesa de’ Dossi,
(i) È verissimo che ne’libri delle bollette, altre volte da noi citato, leggesi
notato, senza citarne la paternità, un Evangelista Dossi pittore morto li 6 Lu-
glio 1586 , sepolto in s. Salvatore , ma non è ben chiaro eh’ egli fosse figlio di
Battista, mentre troverebbesi nominato assieme alle sorelle nel documento che
abbiamo riferito, dove alla moglie di Battista si dà il nome di Giacoma, e non
di Virginia. Potrebbe essere parente in altro grado con li due celebri Dossi,
ed- anche loro minor fratello, non correndo die poco più di venticinque anni
dalla morte del vecchio Dosso a quella d’ Evangelista. Costui veniva dal volgo
chiamato il Dossazzo , nome certamente di poco buon augurio , quantunque
dal Borsetti ( Hist. Almi Ferr. Gymn. Part. IL pag. 441 ) venga detto et
ipse pictor Celebris^ ed assicuri conservare di lui in propria casa sei storie
del vecchio testamento dipinte a tempra.
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tista, fiorisse ancora un altro loro fratello, aneli’ es-
so pittore, ma da non paragonarsi, tanto che nulla
vien distinto di suo lavoro, se non se forse le più
cattive pitture, che si vedono attribuite falsamente
per cagion del cognome a’ due primi valorosi fra-
telli, i quali lasciarono viva al mondo 1’ idea del
loro forte e maestoso operare, nel Panicciati, nel
Calzolaio, e nel Dielaì, de’ quali qui dopo si farà
menzione.
Battista solo entrò nel nodo maritale con Virginia
Salimbeni e n’ ottenne un figlio per nome Vangeli-
sta, il quale applicò anch’ esso all’ esercizio del
padre e del zio, ma a nessuna delle perfezioni loro
si accostò, anzi imitò il padre più nella mala na-
tura de’ costumi che nella virtù : imperocché acca-
satosi anch’ esso con una malnata femmina, alla
quale facea trattamenti bestiali, da essa finalmente
fu scannato nel proprio letto, tanto che si disputò
se gli si dovesse dare ecclesiastica sepoltura, mà
pure 1’ ottenne nella chiesa di san Salvatore, co-
me si trova registrato nel libro all’ uffizio delle
bollette l’anno 1586 nel giorno sesto di luglio (1).
Questo è tutto ciò, che per difesa de’ Dossi,
(i) È verissimo che ne’libri delle bollette, altre volte da noi citato, leggesi
notato, senza citarne la paternità, un Evangelista Dossi pittore morto li 6 Lu-
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abbiamo riferito, dove alla moglie di Battista si dà il nome di Giacoma, e non
di Virginia. Potrebbe essere parente in altro grado con li due celebri Dossi,
ed- anche loro minor fratello, non correndo die poco più di venticinque anni
dalla morte del vecchio Dosso a quella d’ Evangelista. Costui veniva dal volgo
chiamato il Dossazzo , nome certamente di poco buon augurio , quantunque
dal Borsetti ( Hist. Almi Ferr. Gymn. Part. IL pag. 441 ) venga detto et
ipse pictor Celebris^ ed assicuri conservare di lui in propria casa sei storie
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