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BULLE TTINO DELLA COMMISSIONE
temente ha riveduto la luce, ha una perfetta somiglianza con
le rare medaglie impresse del suo ritratto durante l'impero del
marito.
Appartiene il busto medesimo a quel periodo dell'arte romana
nel quale la scoltura più si dimostra perfetta nell' eseguire i ri-
tratti. Quello di Manlia Scantilla offriva non poca difficoltà,
essendoci pure dalla storia reso noto com'essa fosse deforme r.
Diminuì, quanto far si poteva, i difetti dell' originale l'indu-
stria dell' artefice , che tutti non poteva dissimularli per non
allontanarsi troppo dalla naturale sembianza. Il destro occhio
è losco , non gradevole 1' espressione della bocca. L'insieme
però si compone per modo , che il riguardante men rimanga
olfeso da tali particolarità imposte dal vero. La semplice ac-
conciatura della chioma , già dalla prima Faustina tornata a
scendere intorno alla fronte, ha però un suo speciale carattere,
che lo rende diverso, non solo da quello della Faustina di Marco
Aurelio; ma dall' altro ancora, quantunque contemporaneo, di
Crispina moglie di Commodo. La sicurezza nell'apprezzare questi
minuti particolari, ci viene tutta dalle medaglie, che servono così
a stabilire, col confronto di queste modificazioni della moda nel
donnesco assetto del capo, la cronologia delle arti no'ritratti
anclie incogniti.
L' ultimo fatto che di Manlia Scantilla racconti la storia,
è la cura presa da lei di dar sepoltura all'ucciso marito. Ottenu-
tane da Settimio Severo la spoglia, la depose nel monumento di
Salvio Giuliano, stato due volte console e celebre per la reda-
zione AalV Editto perpetuo 2, commessagli dall'imperatore Adria-
no. Era quel monumento al quinto miglio della via Labicana,
ed era Salvio Giuliano pro-avo di Didio 3,
1 Mulier deforminima, la disse Eutropio , lib. Vili. Forse ebbe essa
altri difetti della persona, oltre quelli che sono espressi nel volto.
- Questa redazione è conservata fino a noi. Si vegga fra le molte
edizioni, come più emendata, quella, che ha per titolo: Ediclum perpetuimi
Adrianeum, Guilelmi Ranehini opere reslilulum. Panna 1782, S.
" Spartian. 1. c. pag. 93.
BULLE TTINO DELLA COMMISSIONE
temente ha riveduto la luce, ha una perfetta somiglianza con
le rare medaglie impresse del suo ritratto durante l'impero del
marito.
Appartiene il busto medesimo a quel periodo dell'arte romana
nel quale la scoltura più si dimostra perfetta nell' eseguire i ri-
tratti. Quello di Manlia Scantilla offriva non poca difficoltà,
essendoci pure dalla storia reso noto com'essa fosse deforme r.
Diminuì, quanto far si poteva, i difetti dell' originale l'indu-
stria dell' artefice , che tutti non poteva dissimularli per non
allontanarsi troppo dalla naturale sembianza. Il destro occhio
è losco , non gradevole 1' espressione della bocca. L'insieme
però si compone per modo , che il riguardante men rimanga
olfeso da tali particolarità imposte dal vero. La semplice ac-
conciatura della chioma , già dalla prima Faustina tornata a
scendere intorno alla fronte, ha però un suo speciale carattere,
che lo rende diverso, non solo da quello della Faustina di Marco
Aurelio; ma dall' altro ancora, quantunque contemporaneo, di
Crispina moglie di Commodo. La sicurezza nell'apprezzare questi
minuti particolari, ci viene tutta dalle medaglie, che servono così
a stabilire, col confronto di queste modificazioni della moda nel
donnesco assetto del capo, la cronologia delle arti no'ritratti
anclie incogniti.
L' ultimo fatto che di Manlia Scantilla racconti la storia,
è la cura presa da lei di dar sepoltura all'ucciso marito. Ottenu-
tane da Settimio Severo la spoglia, la depose nel monumento di
Salvio Giuliano, stato due volte console e celebre per la reda-
zione AalV Editto perpetuo 2, commessagli dall'imperatore Adria-
no. Era quel monumento al quinto miglio della via Labicana,
ed era Salvio Giuliano pro-avo di Didio 3,
1 Mulier deforminima, la disse Eutropio , lib. Vili. Forse ebbe essa
altri difetti della persona, oltre quelli che sono espressi nel volto.
- Questa redazione è conservata fino a noi. Si vegga fra le molte
edizioni, come più emendata, quella, che ha per titolo: Ediclum perpetuimi
Adrianeum, Guilelmi Ranehini opere reslilulum. Panna 1782, S.
" Spartian. 1. c. pag. 93.