Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 2.1874

DOI article:
Visconti, Pietro Ercole: Manlia Scantilla moglie dell'imperatore Didio Giuliano: busto grande al vero
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.10816#0142

DWork-Logo
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
132

BULLE TTINO DELLA COMMISSIONE

temente ha riveduto la luce, ha una perfetta somiglianza con
le rare medaglie impresse del suo ritratto durante l'impero del
marito.

Appartiene il busto medesimo a quel periodo dell'arte romana
nel quale la scoltura più si dimostra perfetta nell' eseguire i ri-
tratti. Quello di Manlia Scantilla offriva non poca difficoltà,
essendoci pure dalla storia reso noto com'essa fosse deforme r.
Diminuì, quanto far si poteva, i difetti dell' originale l'indu-
stria dell' artefice , che tutti non poteva dissimularli per non
allontanarsi troppo dalla naturale sembianza. Il destro occhio
è losco , non gradevole 1' espressione della bocca. L'insieme
però si compone per modo , che il riguardante men rimanga
olfeso da tali particolarità imposte dal vero. La semplice ac-
conciatura della chioma , già dalla prima Faustina tornata a
scendere intorno alla fronte, ha però un suo speciale carattere,
che lo rende diverso, non solo da quello della Faustina di Marco
Aurelio; ma dall' altro ancora, quantunque contemporaneo, di
Crispina moglie di Commodo. La sicurezza nell'apprezzare questi
minuti particolari, ci viene tutta dalle medaglie, che servono così
a stabilire, col confronto di queste modificazioni della moda nel
donnesco assetto del capo, la cronologia delle arti no'ritratti
anclie incogniti.

L' ultimo fatto che di Manlia Scantilla racconti la storia,
è la cura presa da lei di dar sepoltura all'ucciso marito. Ottenu-
tane da Settimio Severo la spoglia, la depose nel monumento di
Salvio Giuliano, stato due volte console e celebre per la reda-
zione AalV Editto perpetuo 2, commessagli dall'imperatore Adria-
no. Era quel monumento al quinto miglio della via Labicana,
ed era Salvio Giuliano pro-avo di Didio 3,

1 Mulier deforminima, la disse Eutropio , lib. Vili. Forse ebbe essa
altri difetti della persona, oltre quelli che sono espressi nel volto.

- Questa redazione è conservata fino a noi. Si vegga fra le molte
edizioni, come più emendata, quella, che ha per titolo: Ediclum perpetuimi
Adrianeum, Guilelmi Ranehini opere reslilulum. Panna 1782, S.

" Spartian. 1. c. pag. 93.
 
Annotationen