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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 6.1878

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Visconti, Carlo Ludovico: Di una statua di Musa scoperta nei giardini di Mecenate
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https://doi.org/10.11588/diglit.13206#0010
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BULLETTINO DELLA COMMISSION'E

di scaturigini; così pure in Eoma le Camene aveano culto alla
tonte sacra di Egeria, in compagnia della Ninfa creduta ispiratrice
di Numa. Il culto delle Muse, i loro altari ed i simulacri, erano
perciò, al pari di quelli delle Ninfe, nei boschi ombrosi e presso
le acque sgorganti. Apollo, che dal guidare il coro delle Muse
prende il titolo di Musagete, viene anche detto Ninfegete, qual
condnttor delle Ninfe assimilate alle Muse l.

« Le strette relazioni che passano fra l'ime e l'altre « dice
il eh. sig. Trendelenburg, illustrando un'ara di Alicarnasso » si
ravvisano anche ai partiti dell'arte figurativa2». Ed in effetto,
nei rilievi dell'ara medesima, esprimenti il coro delle figlie di
Mnemosine, egli ci addita due figure eli Muse, che alle loro
attitudini ed alle movenze facilmente si prenderebbero in cambio
di Ninfe. — Havvi tuttavia un partito, mediante cui l'arte,
specialmente scultorica, pressoché sempre ha distinto cotesto
due omogenee creazioni della favola: questo si è, che le Ninfe
d'ordinario si appresentano seminude; laddove le Muse compa-
riscono sempre interamente vestite.

La bella statua di Musa che diamo alla tavola I, ritratta
colla fototipia sotto tre punti di vista, offre la particolarità
molto rara, di avere la persona coperta del solo pallio; cosa
non mai veduta, per quanto io mi sappia, fra le statue di queste
divinità, e che trova appena riscontro in qualche altro monu-
mento dell'arte.

Fu disseppellita nella estate del 1874, fra le mine dei
giardini di Mecenate, alla distanza di circa 20 metri dall'odèo,
verso levante (villa Caserta). Infranta in più di venti pezzi.

1 Così è chiamato nei noti bassorilievi arcaici dell'isola di Taso, editi
più volte, e ultimamente descritti dal eh. Frohner (Nolice de la sculpt. ani.
du musée nat. da Louvre, I. p. 32).

- Ver Musenchor. — lìdief einer Marmorbasis aus Halikarnass — Sechs
wid dreissigstes Programm zum Winckfilmannsfesi von Adulf Trendelenburg.
Berlin, 1876, pag. 17.
 
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