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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 16.1888

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Cantarelli, Luigi: Il cursus honorum dell'imperatore Petronio Massimo
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https://doi.org/10.11588/diglit.13630#0059
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dell'imperatore Petronio Massimo

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ruptum, a cui egli aveva mirato con tutte le forze sue, cerchiamo
se, intorno alla famiglia di lui, rimanga nelle fonti qualche notizia.

Dalla iscrizione onoraria si desume soltanto che essa fu
nobilissima (a proavis atabisque nobilitas ornatur); ma un testo
di Teofane (l) farebbe supporre che Petronio Massimo fosse stato
nipote di quel Massimo (e il Ducange, Famil. Byz., p. 73, non
sappiamo, con qual fondamento, lo dice, anzi, figlio) il quale, al
tempo di Graziano e di Teodosio I, usurpò l'impero. Questa
parentela, peraltro, tra i due Massimi che il Savaron (nelle note
alla Ep. II, 13 di Sidonio) accetta e che il Tillemont (Ern-
pereurs, VI, p. 256) esita a ritenere per vera, non può ammettersi
affatto, poiché il primo Massimo, da quanto sappiamo di lui,
era nato in Ispagna e da famiglia oscura (2), ciò che dunque
contradirebbe alla testimonianza della lapide onoraria, che al se-
condo Massimo attribuisce illustri natali. Occorre aggiungere inoltre
che Teofane è uno scrittore di poca autorità e che le sue notizie
devono essere accolte con molta riserva ; è quindi assai probabile,
come osserva giustamente il Muratori (Annali, ad ann. 455) che
esso prendesse abbaglio, ingannato dalla somiglianza del cognome.

Il Morosi (Einvito di Eudossia a Genserico, p. 32, n. 4)
esprimeva recentemente l'avviso che il nostro Petronio fosse
figlio di quel Massimo il quale, secondo lo storico Olimpio-
doro (3), apparteneva ad una di quelle ricche casate di Koma,
che, nella prima metà del secolo quinto, dopo il sacco dato
a Eoma dai Visigoti e dopo la morte di Onorio, ricavavano
dai loro possedimenti una rendita annua di quattromila libbre
d'oro, senza comprendervi i prodotti in natura, il cui valore
formava la terza parte di quella somma e che, per solennizzare

(1) Chronographia, 108, 22 (De Boor): Ma%liuov yàg xov sm Oeoóoolov
zov fieyciXov -ivQuvvr](Savxoq, eyywv xcd o/uowi'/iiog,

(2) Zosim., IV, 35; cf. Eichter, Das Westròmische Reich, p. 568.

(3) Photh. Biblioth., I, 63 (Becker) = Miiller, Fragm. Hist. Graec,
IV, 68.
 
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