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II Cursus honorum
L'imperatore Costanzo III, uno dei tre principi, per ordine
dei quali venne innalzata a Petronio Massimo la statua onoraria,
fu proclamato Angusto 1' 8 febbraio del 421 e morì il 2 set-
tembre dello stesso anno (vedi su queste date, riferite da Teofane,
Paolo Diacono, Olimpiodoro, Holder-Egger, Neues Archiv fur
alt. deutsche Geschichtskunde, 1876, p. 305); quindi la nostra
lapide deve esser stata incisa precisamente nelT intervallo che
corre tra questi due termini estremi. Sopra di essa, come avverte il
De Kossi (Bull. d'Arch. Cristiana, 1872, p. 144), venne, in età
posteriore, graffita una croce che nulla però aveva di comune
con la prima destinazione del monumento.
Gli antichi apografi della nostra lapide (come si può vedere
nell'Orelli e nel Wilmanns) presentano due varianti dalla lezione
Henzeniana del Corpus che abbiamo qui riprodotta: l'una, alla
linea 5, ove, in luogo di ADPETlTlONE, si legge OB PETlTlON;
l'altra, alla linea 13, ove, in luogo di ANNO ET SEX, leggesi
AET • SEX ; ma l'apografo Henzeniano, confrontato recentemente
col marmo dal eh. prof. Milani, non lascia dubbi di sorta sulla
sua esattezza.
Notevole è, nella iscrizione, la formula ad petitione senatus
(cf. C. I. L. VI, 1710: senatu petente) la quale, posta a raffronto
con l'altra senatus statuam poni o ponendarn censuit e che
trovasi usata in alcune lapidi onorarie appartenenti al tempo
della diarchia (C. I. L. VI, 1377, 1386, 1549, 1566), ci dimostra
che nel secolo quinto, al senato romano, disceso dalla sua antica
grandezza, per far erigere ima statua ad un personaggio illustre,
non era rimasto che un semplice diritto di petizione all'im-
peratore.
Premesse queste osservazioni, che chiamerei esterne, sulla
lapide di cui ci occupiamo, e prima di esaminare, col sussidio
di essa e di altri documenti del tempo, la carriera politica
percorsa da Massimo, innanzi che ei giungesse, per usare una
espressione di Sidonio Apollinare, ad principalis apicis ab-
II Cursus honorum
L'imperatore Costanzo III, uno dei tre principi, per ordine
dei quali venne innalzata a Petronio Massimo la statua onoraria,
fu proclamato Angusto 1' 8 febbraio del 421 e morì il 2 set-
tembre dello stesso anno (vedi su queste date, riferite da Teofane,
Paolo Diacono, Olimpiodoro, Holder-Egger, Neues Archiv fur
alt. deutsche Geschichtskunde, 1876, p. 305); quindi la nostra
lapide deve esser stata incisa precisamente nelT intervallo che
corre tra questi due termini estremi. Sopra di essa, come avverte il
De Kossi (Bull. d'Arch. Cristiana, 1872, p. 144), venne, in età
posteriore, graffita una croce che nulla però aveva di comune
con la prima destinazione del monumento.
Gli antichi apografi della nostra lapide (come si può vedere
nell'Orelli e nel Wilmanns) presentano due varianti dalla lezione
Henzeniana del Corpus che abbiamo qui riprodotta: l'una, alla
linea 5, ove, in luogo di ADPETlTlONE, si legge OB PETlTlON;
l'altra, alla linea 13, ove, in luogo di ANNO ET SEX, leggesi
AET • SEX ; ma l'apografo Henzeniano, confrontato recentemente
col marmo dal eh. prof. Milani, non lascia dubbi di sorta sulla
sua esattezza.
Notevole è, nella iscrizione, la formula ad petitione senatus
(cf. C. I. L. VI, 1710: senatu petente) la quale, posta a raffronto
con l'altra senatus statuam poni o ponendarn censuit e che
trovasi usata in alcune lapidi onorarie appartenenti al tempo
della diarchia (C. I. L. VI, 1377, 1386, 1549, 1566), ci dimostra
che nel secolo quinto, al senato romano, disceso dalla sua antica
grandezza, per far erigere ima statua ad un personaggio illustre,
non era rimasto che un semplice diritto di petizione all'im-
peratore.
Premesse queste osservazioni, che chiamerei esterne, sulla
lapide di cui ci occupiamo, e prima di esaminare, col sussidio
di essa e di altri documenti del tempo, la carriera politica
percorsa da Massimo, innanzi che ei giungesse, per usare una
espressione di Sidonio Apollinare, ad principalis apicis ab-