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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 16.1888

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: La " Venus hortorum sallustianorum"
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https://doi.org/10.11588/diglit.13630#0009

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LA . VENUS HOBTORUM SALLUSTIANOEUM ».

Nella memoria n. 58, Flaminio Vacca racconta come suo
padre Gabriele, scavando nella propria vigna presso la porta
Salaria (posseduta più tardi dai Verospi e dai Ludovisi di Piom-
bino), trovasse « una fabbrica di forma ovata con portico at-
* torno, ornato di colonne gialle lunghe palmi 18, scanalate,
« con capitelli e basi corintie. Detto ovato aveva quattro scale
« che scendevano in esso al pavimento fatto di mischi, con belli
« scompartimenti, ed a ciascuna di dette entrate vi erano due
« colonne di alabastro orientale .... trasparente. Vi trovammo
« ancora certi condotti sotto a detto ovato, grandi che vi cam-
« minava un uomo in piedi, tutti foderati di lastre di marmi
« greci ; come anche due condotti di piombo ... il vano di essi
« era più di un palmo (cf. Lanciani, Silloge n. 93) .... Vi si
« trovarono ancora molte medaglie sparse di Gordiano di me-
« tallo e di argento .... e quantità di musaici ».

È probabile che al ritrovamento medesimo accenni Pietro
Sante Bartoli nella memoria 33 con le parole « Più avanti »
della chiesa della Vittoria « verso porta Pia, non mi ricordo
« in qual vigna . . . Temo Massimi (]) vidde cavare le vestigie

(x) Il cardinale Camillo de' Massimi, mecenate del Bartoli, era egli
stesso artista di vaglia. La tavola 90 del volume degli « antichi sepolcri «
è delineata di sua mano. Il Bellori, nella dedica delle « vestigia di Boma
antica » dice che il cardinal Camillo aveva fondato l'insigne museo « magis
ad aemulationem et animi laudem, quam ad no stram exterorumque admi-
 
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