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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 17.1889

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Cantarelli, Luigi: L' iscrizione di Ancyra, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.13631#0069
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V iscrizione di Ancyra

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luogo ove essa venne trovata, al tempo di Accursio, fosse diverso
da quello del suo primitivo collocamento; e lo farebbe supporre
anche l'iscrizione attribuita a Lucio (C. I. L. VI, 895), la quale,
stando al Manuzio, sarebbe stata scoperta « fra Monte Citorio e
piazza Capranica, in un muro », lungi quindi dal mausoleo. Parmi
dunque di poter concludere, rispetto al primo punto della ipotesi
sostenuta dal Bormann, che il raffronto da lui stabilito fra
l'index rerum geslarum di Augusto e quelli che da lui sono
chiamati elogia di alcune persone della famiglia imperiale, non
possa sussistere e che quindi nulla provi in favore della sua tesi.
Queste obbiezioni però avrebbero un valore affatto relativo, se il
Bormann e gli altri due eruditi che concordano nella sua opi-
nione, avessero potuto provare veramente che il monumento di
Ancyra presenta, nel suo contenuto, tutti i requisiti di una iscri-
zione sepolcrale; ma la loro dimostrazione mi pare tutt'altro che
riuscita, o piuttosto credo che gli argomenti che contro essa ad-
dussero l'Hirschfeld e il Mommsen, e ai quali sottoscriviamo,
siano inconfutabili.

E difatti la teoria messa innanzi dallo Schmidt, secondo il
quale, ogni iscrizione che si trova collocata sopra una tomba, è
una iscrizione sepolcrale, ovvero una parte di essa ('), non è punto
vera, poiché quei documenti risguardanti il defunto, che talvolta si
trovano collocati sulle tombe, ma in luogo diverso da quello dove
solevasi porre la iscrizione sepolcrale vera e propria, come sarebbero,
ad esempio, le laudationes funebres di Turia (C. I. L., VI, 1527 -
Orelli 4859), di Murdia ( G. I. L., VI, 10230 = Orelli 4860) ; il te-
stamento di Dasumio ( G. I. L., VI, 10229 =Wilmanns, 314), collo-
cato, per ordine suo, ad latus monumenti; le donazioni di Stazia
Irene e di Giulia Monime (C. I. L. VI, 10231, 10247 = Wilmanns
311, 318), e via discorrendo, sono documenti che, sebbene ad sepul-

(') Philologus, XLV, p. 405: so ist jede Inschrift, die bei doni Grabé
angebracht wird, eine Grabschrift oder ein Theil der Grabschrift.
 
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