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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 20.1892

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Marucchi, Orazio: Di un pavimento a mosaico con figure egizie scoperto presso la via Flaminia
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https://doi.org/10.11588/diglit.13634#0174
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scoperto presso la via Flaminia

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Quanto fosse giusta la opinione del Nibbv lo provarono le
celebri scoperte dei signori Senni e Gagliardi nel 1863, allor-
quando ivi appunto tornarono in luce avanzi magnifici di quella
campestre residenza imperiale e si trovò la insigne statua lori-
cata di Augusto, che è uno degli ornamenti più belli dello
splendido braccio nuovo Chiaramonti nel Museo Vaticano.

L'edilìzio occupava con vari repiani tutto il colle ed avea
il principale prospetto rivolto al mezzogiorno, cioè verso Roma:
offrendo così bellissimi punti di vista dalle spaziose sue logge,
sopra una delle quali si rinvenne la statua dell'imperatore. Dietro
questa loggia si avea l'accesso ad alcune stanze sotterranee de-
stinate per trattenimento nella stagione estiva; e la più grande
di esse ancora conserva quei stupendi affreschi ritraenti con
arte elegantissima piante svariate, fiori ed uccelli: pitture che
destarono un vero entusiasmo nei giorni della fortunata sco-
perta

Della villa di Livia non si ha più ricordo dopo i tempi di
Nerone (2); ma è probabile che fosse ancora di proprietà impe-
riale nel terzo secolo, giacché negli scavi del 1863 vi si trovò
un busto di Settimio Severo.

Sotto queste rovine ed a cavaliere della via Flaminia, fu la
stazione detta dalle rupi rossastre di tufo ad saxa rubra ovvero
ad rubras: ed ivi pure sorgeva la borgata di rubrae ricordata
fino dai tempi di Cicerone (3) e chiamata piccola da Marziale:
« Fidenas veteres brevesque Rubras (4).

E fra questo luogo ed il Tevere si riconosce ancora la pia-
nura dove, secondo Aurelio Vittore, accadde nell'anno 312 la
memoranda battaglia di Costantino contro Massenzio e dove col

(*) Questi scavi furono descritti nel Ballettino dell'Istituto a. 1863
p ig. 71 e segg.

(2) Nibby, Analisi, tom. IH, p. 41.

(3) Philipp. II, XXXI.

(4) Lib. IV, epigr. 64.
 
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